giovedì, marzo 31, 2005

UNA MORTE DEGNA

Terry Schiavo è morta. Non so cosa dire, non riesco a farmi un'idea precisa sull'argomento. Di una cosa però sono sicuro: lasciarla morire di sete e di fame è stata una barbarie. Lo so: era ridotta ad uno stato vegetale, ad un guscio vuoto. Ma anche un guscio vuoto ha diritto ad un morte degna, quando possibile. E' in un ospedale del paese più ricco ed evoluto del mondo, questo era possibile.

mercoledì, marzo 30, 2005

UN BATTESIMO LUNGO UNA NOTTE

Neocatecumenali. Li ho scoperti sabato sera, assistendo alla loro veglia pasquale. Anzi: ad una parte delle veglia pasquale. Sono cattolici, cristiani, ma sostanzialmente fondamentalisti. Lungi da me giudicare, in tema di sentimento religioso sono l'ultimo che può parlare. Però i neocatecumenali mi hanno prima sorpreso, poi irritato. Nella notte santa, quella tra sabato e domenica di pasqua, battezzano i loro figli. Ogni coppia ne sforna in abbondanza. La veglia-battesimo è una cerimonia particolare. E' preceduta da due giorni di rigorosissimo digiuno, il giovedì e il venerdì. Inizia alla undici di sera del sabato e finisce verso le sei-sette di mattina della domenica. Verso le tre di notte cominciano i battesimi veri e propri. Il parroco entra in una vasca dove l'acqua gli arriva alle ginocchia, prende tra le mani il bambino completamente nudo e lo immerge totalmente per tre volte, ogni volta sollevandolo sopra la testa in mezzo a pianti e schizzi. Prima e dopo questo momento, canti e lettura integrale del vecchio e nuovo testamento. Al termine della cerimonia, quindi ben dopo l'alba, c'è un grande banchetto dove si mangia e si beve a volontà. Ovviamente non sono rimasto fino alla fine, dopo un'ora e mezza me ne sono andato, il rito me l'ha spiegato chi lo ha seguito per intero lo scorso anno.
Le cose che mi hanno irritato sono due: la prima è una banalizzazione del rito religioso, ridotto a mera ripetizione di un catechismo molto elementare e privo di ogni riflessione: si leggono le sacre scritture e si cantano le lodi del signore, stop. La seconda, i bambini: è normale tenerli svegli per tutte quelle ore , come accade per quelli un po' più grandicelli, o immergerli nell'acqua a notte fonda? Non so che dire, io rimango perplesso.

domenica, marzo 27, 2005

UN THE' IN MOSCHEA

Thè verde, biscotti, estrema gentilezza verso tutti. Così i "terroristi" musulmani hanno accolto i giornalisti arrivati in massa a Villorba per seguire il grande raduno islamico nel centro culturale aperto da poco in un capannone della zona industriale. Non si è trattato dell'inaugurazione vera e propria, quella ci sarà il 2 aprile e verrà invitato anche il sindaco, sempre che ci voglia andare. Gentilissimi anche se qualche motivo per essere incavolati lo avrebbero anche avuto, visto il trattamento subito in questi giorni da parte di molti politici a dir poco oscurantisti e ignoranti. Ma del resto, che altro c'era da aspettarsi da operai, studenti, casalinghe, bambini che volevano solo un posto per pregare? Chi si attendeva la calata di pirati turchi con tanto di scimitarre, è rimasto deluso.

L'ARABO EROE DI ISRAELE

Storie di sport. In Isreale l'eroe del giorno è Abbas Suan, centrocampista della nazionale di calcio. La sua particolarità? E' l'unico arabo delle rappresentativa. Per capirsi, quando gioca in campionato con la sua squadra, il Saknin, deve fare i conti con continui insulti razzisti. Bene, ieri Suan ha segnato al novantesimo il gol del pareggio contro l'Irlanda nel match disputato allo Ramat Gan di Tel a Viv. Un gol bello, soprattutto perchè ha abbattuto ogni tipo di barriera e Suan è stato portato in trionfo dai suoi compagni di squadra e dai tifosi, tutti ebrei. Oggi i giornali sportivi del paese lo esaltano e lui risponde così: "Io gioco per tutti, arabi e ebrei". Complimenti e lodi gli arrivano anche dal sito totallyjewsh.com, ovvero "totalmenteebreo.com". Qualcuno ha anche definito Suan "un ponte verso la pace" in un paese dove arabi e ebrei si uccidono quasi ogni giorno.
Solo lo sport, seppur sempre più inquinato da meri interessi economici, può regalare favole del genere.

sabato, marzo 26, 2005

LA MOSCHEA CONTESA

Sono proprio curioso. Voglio proprio vedere come andrà a finire la storia del centro culturale islamico di Villorba, per tutti: la moschea. Verrà aperto in mezzo a mille polemiche. E su questo mi voglio soffermare: ma perchè così tante polemiche? Ma perchè dobbiamo avere così tanta paura di un luogo di culto, di un posto dove operai, studenti, famiglia si ritrovano solo per pregare? Perchè dobbiamo sempre farci abbagliare e confondere dalla polemica e dall'ignoranza? Troppi punti interrogativi, lo so. Ma, veramente, tutta questa storia mia fa incavolare. Non sopporto la strumentalizzazione di chi sbandiera sempre la paura del diverso. Di chi grida "al lupo" solo per fini elettorali. E sinceramente, non sopporto nemmeno chi ci casca ogni volta. Per quel che mi riguarda, il rapporto con gli stranieri è molto semplice: ben vengano con i loro riti e le loro tradizioni. Io rispetto loro, loro rispettano me. I musulmani, come tutti, se decidono di vivere da noi devono seguire le legge. Se non lo fanno, come tutti, vengono puniti (tutti tranne uno ovviamente che può fare quello che vuole, comprese le leggi...).

Dove sta il problema? Se il centro islamico in questione diventa una base di pratiche illegali, viene chiuso. Stop. Così come accade per ogni altro locale di proprietà di italiani, francesi, americani, inglesi, ebrei, cattolici, buddisti e chi più ne ha, più ne metta. Ma se è tutto in regola, perchè non può stare aperto? La Lega, per non passare come il solito movimento rozzo e razzista, dice che il capannone che lo ospita è destinato ad uso commerciale e quindi non può essere utilizzato come luogo di culto. Ci sarebbe da discutere: se tutti i cavilli tirati fuori per dimostrarne l'illegalità venissero osservati sempre, i capannoni aperti sarebbero ben pochi.

Infine mi hanno fatto arrossire certe dichiarazioni di big leghisti, senatori, deputati, presidenti, che hanno subito associato la moschea al terrorismo. Per non parlare del richiamo alle radici cristiane... veramente ridicolo sentire certe parole pronunciate da chi, solo pochi anni fa, andava a fare riti celtici in riva al Po. Ma io sono rappresentato da questi signori? Scusatemi, ma mi dissocio.

L'UOVO DI CROSETTI

Lo ammetto, ho copiato. Ma questo post pubblicato da poco sul blog di Crosetti (Repubblica.it) è troppo bello e rappresenta al meglio le esperienze di ognuno di noi di fronte all'uovo di Pasqua:
"Qualcuno li spaccava con un pugno deciso, ed era un'esplosione fondente o al latte. Altri, più metodici, cercavano di ritagliare un tassello di cioccolata, tipo anguria, per infilarci la mano. Oppure seguivano la linea di fusione delle due metà con il coltello e, chirurgici, tagliavano l'uovo in due. Ma per tutti si trattava alla fine di accettare o rifiutare la quasi sempre tremenda sorpresina (da maschio per le femmine, da femmina per i maschi). Si doveva fingere, oppure ammettere. O anche, esercizio tutt'altro che trascurabile per gli anni a venire, accontentarsi.".

P.s.: A chi non è mai capitata un'esperienza simile?

giovedì, marzo 24, 2005

L'ETERE SI ALLARGA: ARRIVA "TG SET"

Chi ci lavora non vuole (per adesso) farsi molta pubblicità, preferisce rodare il prodotto ancora per un po' nell'anonimato. Si tratta della redazione del nuovo tg trevigiano di TvSet, televisione bassanese che ha deciso allargare i propri orizzonti e proporre una pagina di cronaca tutta dedicata alla Marca. Per il panorama giornalistico trevigiano è una buona notizia: un nuovo spazio informativo, una nuova voce, un po' di concorrenza in più per tutti. Ho visto i primi numeri del tg (ore 20,30 sul canale 22 del vostro telecomando) e devo dire che non è male. Servizi ben curati, sobri e senza fronzoli.
Un grande in bocca al lupo ai colleghi che hanno avuto il coraggio di affrontare questa avventura.

PETTEGOLEZZI, SCUOLE E MOGLI

Un po' di pettegolezzi? Sì? Bene, ne ho pronti un paio. Cosa c'è dietro all'accanimento con cui un noto uomo politico trevigiano si sta scagliando contro il liceo musicale Manzato, istituto sostenuto in parte con finanziamenti comunali che sforna ogni anno ottimi musicisti, apprezzatissimi in tutti i conservatori d'Italia? Perchè ne chiede insistentemente la chiusura? Qualche maligno, maligna (ovviamente, in quanto maligno non potrebbe fare altro...) che la causa di tanto astio andrebbe ricercata nel fatto che la moglie di questo big gestisce una scuola di musica diretta concorrente del Manzato. Non voglio pensare che sia vero....
Secondo pettegolezzo: c'è qualche legame tra i lavori che, da qualche anno, una ditta di costruzioni sta raggranellando a Treviso (soprattutto progetti di riqualificazione presentati e approvati senza particolari problemi) e il fatto che la moglie di un noto amministratore sia della famiglia che gestisce la già citata azienda (scusata la frase un po' sconnessa ma non mi è venuto niente di meglio)? Andreotti diceva: "A pensar male si fa peccato, ma qualche volta ci si azzecca".

domenica, marzo 20, 2005

IL DIFFICILE MESTIERE DEL GIORNALISTA

Su un blog ormai diventato un piccolo punto di riferimento per molti colleghi, si è aperta una discussione interessante: l'etica e la deontologia nel giornalismo. Tutto nasce dalla proposta-provocazione di nietzsche di abolire la Carta di Treviso, ovvero le norme che tutelano la privacy dei minori coinvolti nei casi di cronaca. Sensibilità vorrebbe che non venissero mai pubblicati elementi che possano portare alla loro identificazione. Ma questo non accade quasi mai. La colpa è un po' di tutti noi che, bene o male, ci occupiamo di informazione.
Quello che però mi irrita fortemente e sentire colleghi che a parole si dichiarano difensori dell'etica e della dentologia, ma poi si smentiscono con i fatti. E non solo nei casi riguardanti i bambini. Alcune giornaliste (sì, parliamo di donne, ma anche tra gli uomini gli esempi negativi non mancano) hanno costruito una loro fragilissima fama sottraendo le foto di persone morte solo per poter pubblicarne la "testina" o introducendosi di nascosto in ospedale per "rubare" qualche parola alle vittime di fatti di cronaca particolarmente sanguinosi. Sono le stesse che quando vanno in Questura si presentano in minigonna e tacchi a spillo per fare colpo sul funzionario di turno o che non hanno il minimo scrupolo nell'infrangere con insistenza il dolore di famiglie appena colpite da un lutto. E sono le stesse che, quando si parla di etica o deontologia, si arrogano il diritto di fare la morale, magari stigmatizzando il lavoro di altri colleghi. Ma alla fine, se fanno così, non è tutta colpa loro. Molto più colpevoli sono quei capi che le premiano perchè affascinati da tanta spregiudicatezza. Purtroppo ai giovani giornalisti nessuno insegna più niente: l'importante è avere notizie, in qualsiasi modo.
Il confine tra fare bene il proprio lavoro e non avere rispetto per nessuno è molto labile e tutti, prima o poi, lo oltrepassiamo. C'è però chi, rileggendo il proprio servizio, si sente un po' sporco e cerca di migliorare. E chi invece fa finta di niente.

A NORD DELLA COREA 2

La Cnn riporta questa notizia e sottolinea la situazione della Corea del Nord, vera minaccia nucleare. L'ho già detto una volta e lo ripeto: non me ne frega niente di quello che fanno i coreani e non voglio certo un'altra guerra. L'unico mio scopo è evidenziare come, da almeno tre anni, veniamo costantemente presi in giro da chi ci dice che la guerra in Iraq era necessaria per impedire ad un sanguinario dittatore (Saddam) di utilizzare armi di distruzione di massa. In Iraq non è stato trovato nulla e di armi non se ne parla più da tempo. Il paese però è stato occupato e gli Usa si sono garantiti una presenza strategica in un'area ricca di petrolio. Chi invece le armi devastanti le ha, e non nasconde di volerle usare, viene ignorato. Quale logica in tutto questo? Qualcosa cambierebbe se in Corea del Nord venissero scoperti ricchissimi giacimenti petroliferi? Ecco il testo della notizia:
"La Corea del nord, una minaccia imminente. Il direttore dell'agenzia dell'ONU per l'energia nucleare Mohammed El Baradei ha dichiarato alla CNN che la Corea del nord rappresenta una minaccia nucleare più dell'Iran perché Pyongyang già possiede i materiali per costruire la bomba atomica. L'Iran, continua El Baradei è meramente sospettato di di avere un programma nucleare e l'agenzia dell'ONU è attiva in quel paese mentre in Corea del nord c'è un buco nero. La Corea del nord possiede il plutonio e le infrastrutture industriali necessarie in più ai primi di febbraio ha dichiarato che sta costruendo ordigni nucleari."

MONABOMBER: BACIALLI ARRIVA SECONDO

Arrivo con enorme ritardo, ma solo da poco sono stato folgorato da una rivelazione: monabomber non è un'invenzione di Luigi Bacialli, direttore del Gazzettino! Il primo a storpiare il nome "unabomber" in "monabomber" è stato Beppe Grillo nel corso del suo spettacolo di fine gennaio a Treviso. Bacialli, che si sta pavoneggiando per la trovata gettando fango sulla sua redazione in totale disaccordo con lui, è arrivato buon secondo. Una riflessione: monabomber detto da un comico (anche se Grillo è ben più che un semplice comico) è una cosa accettabile. Non lo è invece quando diventa una bandiera sventolata da un giornale autorevole come il Gazzettino, ormai ridotto dal suo direttore al livello di Libero.

sabato, marzo 19, 2005

IL PESO DEL GENIO

Essere dei geni? Bello, ma pericoloso. Brandden Bremmer, 14 anni americano, si è suicidato sparandosi un colpo di pistola in testa. Aveva un quoziente di 178, molto al di là della soglia del genio (150). Era laureato a pieni voti e musicista. Sembrava felice. Molto propbabilmente si sentiva solo un diverso.

mercoledì, marzo 16, 2005

NUOVE PROFESSIONI

Qualche giorno fa, su alcuni siti di news è apparsa questa notizia (riportata anche dalla news Cacaoelefante di Jacopo Fo) "In Gran Bretagna e' nata una nuova professione, ironicamente battezzata "idraulico digitale". Si tratta di tecnici, 30 quelli formati finora, esperti in Home Technology Integration, ovvero le tecnologie domestiche. Intervengono per installare connessioni a internet superveloci in casa e configurare computer, ma anche riparare televisori, lettori digitali, videotelefoni, fino ai frigoriferi".
In un tempo in cui abbiamo le case piene di tecnologia avanzatissima ma, nella maggior parte dei casi, non sappiamo usarla correttamente né tantomeno ripararla, alzi la mano chi non ha mai sentito la necessità di un tecnico del genere. Io, personalmente, sì.

OCCHIO ALLE REGOLE

Prima regola per ogni giornalista: verifica sempre le notizie, anche quando arrivano da fonti sicure al cento per cento. Altrimenti ti toccherà passare una giornata di cacca come quella che è capitata a me. Ben mi sta, la prossima volta starò più attento. (sfogo assolutamente personale, tanto il blog è mio...).

martedì, marzo 15, 2005

LE COSE SERIE

"Monabomber? Assemo star a mona che xè na' roba seria...". Giancarlo Gentilini dopo aver letto i titoli della prima pagina del Gazzettino di oggi dove al posto di Unabomber si leggeva Monabomber. Perfino Gentilini....

lunedì, marzo 14, 2005

COLPO DI STATO CERCASI

"Togliete il giornale dalle mani di questo cretino". Un giornalista del Gazzettino dopo aver appreso la notizia che il suo direttore, Luigi "giggi" Bacialli, ha deciso che d'ora in poi il nome Unabomber dovrà sparire dalla pagine del quotidiano, sostituito da Monabomber.
Senza parole.

domenica, marzo 13, 2005

CIAO DIRETTORE (e scusa la banalità)

A volte non si sa veramente come comportarsi, anche nelle vicende più dolorose. Questa mattina, verso le 12,30, mi trovo al Palaverde per seguire il big match del campionato di basket Benetton-Siena. Giornata particolare: Palaverde pieno, tanti campioni in campo, partita a mezzogiorno. Un'ottima cornice. Per me meglio non può andare: per una volta ho la possibilità di terminare il mio lavoro ad un orario decente.

Tante le cose che mi colpiscono, una è l'ironia di certi tifosi. Uno striscione diretto a Myers, grande nemico del Palaverde, recita : "Bologna, Roma, Siena. Ti manca solo l'Inter". Micidiale riferimento alla storia del giocatore, passato per squadroni ricchi di talento e denaro vincendo però molto, ma molto, poco. Mi piace e mando un sms a due miei amici. Immagino di ricevere una risposta divertita entro poco. Invece niente. Ad un certo punto mi arriva un messaggio. Riconosco il numero e lo apro sorridendo: rimango di sasso. "Morto Lago". Due parole, due macigni. Giorgio Lago è stato (purtroppo bisogna dire così) un pezzo di storia del Gazzettino. Prima inviato, poi direttore per quasi dieci anni: il decennio d'oro del più importante giornale del nordest. Poco dopo la metà degli anni Novanta, lasciò l'azienda in malo modo e divenne editorialista dela gruppo l'Espresso, scrivendo con puntualità anche sulla Tribuna.

Io non lo conoscevo di persona, altri miei colleghi e amici sì. Però Lago è stato il direttore con cui sono diventato Pubblicista. Poca cosa, lo so. Ma per me importante. C'è chi si è iscritto all'albo con la firma di Bacialli... Mentro guardo il display del telefonino penso a tutto questo. La partita intanto continua, non bella ma intensa. Alzo lo sguardo verso destra, sulle tribune. Vedo seduto Pierluigi Tagliaferro, per anni il vice di Lago. Evidentemente non sa ancora nulla: è calmo, tutto concentrato su quanto accade in campo. Qualcuno lo avverte nella pausa tra il primo e il secondo quarto: nessuno lo rivede più dentro il palazzetto. Intanto rimango con il telefonino in mano. "Morto Lago". Continuo a leggere il messaggio e non so cosa fare. Che rispondere? "Mi dispiace"? "E' stato un grande giornalista"? Mi sembrano tutte enormi banalità. Meglio il silenzio. Finita la partita, finiti i miei servizi, chiamo Carlo e mi faccio spiegare. Lui dissimula ma si capisce che c'è rimasto male. Lui, da Lago, è stato assunto. Ci ha lavorato assieme. Ha sicuramente motivi migliori dei miei per essere triste. Io al telefono divago, poi saluto.
Adesso posso dirlo: ciao Direttore.

sabato, marzo 12, 2005

LO JEDI RITORNA, A MAGGIO

Quanti sono i fans di Guerre Stellari? Milioni, io compreso. Oggi leggo su Corriere .it (dove è possibile vedere un ampio anticipo del film) che Episodio III si preannuncia come il più cupo della serie e si avvia ad essere l'unico senza lieto fine. Cosa faranno allora negli Usa? Lo vieteranno ai minori di 13 anni, cosa mai accaduta per gli altri film della serie. Beh poco importa, problemi dei minorenni e degli americani: io il film lo andrò a vedere, peccato solo dover aspettare fino a maggio...

FEDE, IL PALADINO DELLA LIBERTA'

Inimitabile Emilio Fede, fulgido esempio di democrazia e libertà di parole e pensiero. Della Serie: "Siete liberi di pensare quello che volete, basta che la pensiate come me". Il Tg4 è un noto covo di comunisti e non vorrei essere nei panni di quella giornalista che ha la gravissima colpa di essere amica della Sgrena. Ecco le parole di Fede durante il tg del 9 marzo in merito ad un comunicato del Comitato di Redazione che polemizzava sui continui attacchi nei confronti della giornalista del Manifesto:
«Non mi stupisco poiché all'interno della mia redazione c'è un amica personale della Sgrena: Anna Migotto; non mi stupisco neppure che il Cdr, anziché di mostrare solidarietà al direttore di fronte a minacce subite attraverso messaggi e nel ricordo della bomba che mi è stata fatta esplodere in redazione, si preoccupi solo di garantirsi di fronte a quella quota di sinistra rappresentata da questa redazione».

venerdì, marzo 11, 2005

JUVE-REAL, CHE GODURIA!

Sono passati due giorni, ma voglio dirlo lo stesso: ho goduto come non mai nel vedere la Juve stendere il Real Madrid. E' stata una partita vera, sofferta, giocata senza troppo preziosismi e fronzoli, senza l'irritante tic-toc di certe squadre che ormai vincono più per fortuna che per merito. Insomma: un trionfo. Dopo il gol di Zalayeta mi è venuto in mente un episodio capitatomi qualche anno fa durante un Juve-Verona. Ero andato a vedere la partita allo stadio assieme alla mia ragazza, tifosa interista. Avevamo in programma un bel pomeriggio di sport: alle 15 la partita di calcio, alle 18 (su sua richiesta) quella d basket tra Verona e Pesaro nel palazzetto che si trova a due passi dallo stadio. Quel pomeriggio però non iniziò bene: in un ambiente particolarmente ostile per i colori bianconeri, il Verona andò in vantaggio per 2-0 e già mi stavo preparando al peggio. Nel secondo tempo però tutto cambia: Iuliano di testa accorcia le distanze e Trezeguet, a pochi minuti dalla fine, pareggia. Al gol del 2-2 sono scattato come una molla ritrovandomi abbracciato ad un tifoso che avevo di fianco, fino a quel momento un perfetto sconosciuto. Un momento esaltante che solo lo sport riesce a regalare.

SANITA': E IO PAGO...

Che nessuno mi venga più a parlare di sanità pubblica gratuita e accessibile a tutti. Balle. Ogni visita, ogni controllo lo paghi adeguatamente. In linea di massima è anche giusto così, ma in questi ultimi tempi si esagera.
Di recente (come ho già scritto in questo blog) ho subito un piccolo intervento chirurgico per eliminare una ciste da una palpebra. Costo dell'operazione: 27,50 euro di tiket. Altri 18 euro li avevo spesi in precedenza per la visita oculistica preparatoria, ma non è questo il punto. Secondo me, e penso secondo buon senso, il tiket per l'operazione deve comprendere anche la seguente visita di controllo e quella per togliere i punti. Mi sembra logico: se vado al cinema non pago il biglietto anche per uscire dalla sala, lo pago una sola volta all'entrata. Ma la sanità italiana non è un cinema, piuttosto un circo (con tutto rispetto per medici e infermieri). Per la visita di controllo dopo l'intervento ho dovuto pagare altri 3,95 euro. Questa la visita: mezz'ora in sala di aspetto, 50 secondi netti dal medico che mi ha tolto la benda e invitato a prendere appuntamento per la settimana prossima per togliere i punti. Ovviamente pagando altri 3,95 euro. Ma va bene così, siamo in Italia, vero?

mercoledì, marzo 09, 2005

NEW YORK TIMES, FOGLIO COMUNISTA

Un noto quotidiano "comunista", il New York Times, accusa i soldati americani in Iraq di avere il grilletto facile, di "prima sparare, poi chiedere". Come nei film western, solo che qui la gente muore veramente. Lo fa in un editoriale, non in un trafiletto a pagina 20. E' singolare che una delle più importanti testate giornalistiche del mondo (oltre che americana) sia capace di fare questo tipo di autocritica mentre in Italia molti giornali di centrodestra (Libero e il Giornale su tutti) tentino in tutte le maniere di giustificare i soldati americani che hanno aperto il fuoco contro l'auto di Nicola Calipari e Giuliana Sgrena, uccidendo il primo e ferendo la seconda. Una cosa sufficientemente disgustosa.

GRAN GALA'? NO GRAZIE

Questa me l'hanno riferita due colleghi appena rientrati dalla fiera internazionale del vino di Dusseldorf, il Pro Wien. Grande affluenza dei produttori trevigiani, protagonisti del mercato tedesco. Accanto a loro anche la Provincia di Treviso che, come ogni anno, ha organizzato una cena di gala con prodotti tipici della Marca preparata da Celeste, per una volta in trasferta. Invitati: le aziende trevigiane e i loro importatori locali. Doveva essere un'opportunità per stringere nuovi rapporti commerciali. Almeno in teoria. Questa la risposta di un grosso produttore di prosecco del coneglianese: "Io al galà? No, grazie. Non ho tempo da perdere, devo lavorare...".

VISIONE A META'

Oggi, a causa di un piccolo intervento chirurgico per togliere una ciste da una palpebra (niente di che), sono costretto ad andare in giro con una benda sull'occhio sinistro. Strana sensazione: non mi era mai capitato prima di vedere il mondo con un occhio solo, la prospettiva cambia oltre ad essere molto più faticoso. Avere due occhi sani è una vera benedizione. E' una banalità, ma mi andava di scriverla.

sabato, marzo 05, 2005

TG1, OVVERO COME NON TI DICO UNA NOTIZIA

Che magra figura, povero Tg1. Edizione delle 20,00 di ieri sera, quasi interamente dedicata a Giuliana Sgrena e alla sua liberazione. Su televideo, e su Internet, già si leggeva del dramma con cui si era conclusa la viceda, della pattuglia americana che aveva aperto il fuoco contro l'auto che trasportava la giornalista uccidendo un agente dei servizi segreti italiani che, a quanto sembra, ha tentato di difenderla facendo da scudo con il corpo. Ma durante il Tg tutto questo è passato in secondo piano. Il conduttore David Sassuoli (mi pare si scriva così) passava da un servizio all'altro: dalla redazione del Manifesto in festa ripresa nel pomeriggio, ai parenti della giornalista, ad un delirante collegamento con Paolo Bonolis a Sanremo. Tra un pezzo e l'altro Sassuoli è arrivato a dire che la Sgrena era ricoverata in ospedale ferita ad una spalla e che un agente italiano era morto. "Bene _ mi dicevo io _ adesso interrompono la sequela di servizi preconfezionati e buonisti e ci spiegano cosa cavolo è successo, perchè la Sgrena è all'ospedale e soprattutto perché un italiano è morto". E invece niente. Sono partiti i commenti dei vari politici, registrati quando ancora non si sapeva dello scontro a fuoco. Pazzesco: c'era un italiano morto ammazzato e la cosa veniva trattata come se nulla fosse. E così è stato fino alla fine. Capisco la difficoltà di andare in diretta con notizie frammentarie, ma quasi ingnorarle non mi è sembrata la soluzione migliore. Non una bella figura per il primo Tg nazionale, anzi: una pessima figura.

IL MONDO PARALLELO DI ZAIA

Strade piene di neve, auto ferme, alcune uscite fuori strada, mezzi di soccorso, spargisale e spazzaneve bloccati in mezzo al traffico, ore per percorrere pochi chilometri, autobus e corriere quasi ferme con ritardi misurabili non in minuti ma in ore. Insomma: un vero putiferio. Questo il quadro di giovedì 3 marzo 2005, giorna di un'abbondantissima, e per nulla improvvisa, nevicata. Polemiche e proteste a non finire da parte di chi ha passato buona parte del pomeriggio inscatolato in macchina per il ritardo e l'impreparazione mostrata da Comuni e Provincia. A fronte di tutto ciò, l'ufficio stamta della stessa Provincia ha diramato questo comunicato:

PIANO NEVE, NELLA MARCA STRADE PULITE
Mezzi spargisale in azione da ieri mattina
In seguito alla caduta della neve, la Provincia di Treviso comunica che il Piano Neve ha funzionato correttamente. I mezzi spargisale dell’Ente erano in azione già dalle ore 9.00 di ieri mattina per preparare il manto stradale in vista di una possibile nevicata e, ad allarme avvenuto, sono intervenuti tempestivamente assieme alle lame. Gli unici problemi verificatisi nel pomeriggio sulla Pedemontana sono stati causati dalla copiosa caduta della neve che ha visto i mezzi spazzaneve muoversi con difficoltà nel traffico che si era venuto a creare. Più di 3.000 i quintali di sale sparsi sulle strade provinciali.

In previsione che le condizioni atmosferiche attuali persistano o peggiorino è stata allertata anche la Protezione Civile provinciale, che in caso di necessità presterà il proprio soccorso per sventare i possibili problemi causati dal ghiaccio e dalla neve

Ricordiamo che sono 70 le aziende convenzionate con la Provincia per la manutenzione stradale in caso di neve o ghiaccio diffuse capillarmente su tutto il territorio, per un totale di circa 200 mezzi tra vetture spargisale e lame sgombraneve. Sono circa un migliaio le persone messe in azione e che stanno monitorando tutto il territorio.

Di fatto le strade provinciali hanno a disposizione un mezzo antineve ogni circa 7 km, pronto ad intervenire in caso di necessità. Il Piano Neve dimostra la sua efficienza proprio nella distribuzione capillare dei mezzi a disposizione dell’Ente, pronti ad intervenire in tutto il territorio in breve tempo.


Ho già avuto modo di sottolineare la faccia di bronzo del presidente della Provincia Luca Zaia, inutile tornarci sopra, solo che mi dà fastidio essere preso in giro. Non so proprio come possa un casino del genere autorizzare a dire "il piano neve ha funzionato correttamente". Ma in che mondo vive, caro Presidente?

IL CALCIO IN PUNTA DI INDICE

Il calcio in punta di dita...delle mani. Ho letto un articolo che mi ha riportato indietro di anni: si riparla di subbuteo . Per quei pochi che non lo conoscono, si tratta della più riuscita simulazione di una partita di calcio: due squadre con undici miniature con base concava, due porte, un panno verde dove far scivolare i "giocatori" con precisi colpi di indice. Negli anni Settanta e Ottanta impazzava e sono pochi i quarantenni di oggi che non ci hanno mai giocato. Io, ancora bambino, l'ho conosciuto seguendo mio fratello maggiore, vero specialista. Crescendo ho cominciato a giocare con i miei amici. Mi ricordo almeno tre o quattro estati interamente trascorse in un garage di Selvana assieme ad un gruppetto di fanatici: disputavamo non meno di quattro edizioni dei Campionati del Mondo alla settimana, senza dimenticare le amichevoli internazionali, gli scudetti, le Coppe dei Campioni. Qualche tempo fa, con un gruppo di colleghi, abbiamo organizzato alcune serata revival divertendoci un mondo. Uno di loro ha ancora la mia collezione a casa sua...

Il bello del subbuteo erano le squadre: di tutti i tipi e di tutto il mondo. Potevi scegliere tra club e nazionali e c'erano proprio tutti. A Treviso le vendevano vari negozi. Ai miei tempi ce n'era uno particolare in piazza del Grano, ormai chiuso da tempo e sostituito dal megastore Playlife. Aveva un'intera parete esclusivamente dedicata al Subbuteo. Là ho comprato, dopo aver abbondantemete tarmato i miei genitori, una formazione del Milan (sì, lo ammetto: ho comprato anche il Milan) in versione special, con una confezione di cartone colorato e non quella solita di un verde pisello. La mia preferita era però l'Aiax, per i club, e il Brasile (che però, nonostante una buona collezione, non ho mai avuto) per le nazionali. Una volta ho provato ad acquistarlo, ma al Paradiso dei Bambini in via Manin. Entrai con mia madre e indicai quello che volevo, la mitica Selecao con gli omini neri vestiti di giallo-verde: uno spettacolo. La commessa salì sulla scala e tirò fuori alcune scatole. Ero talmente contento che non guardai nemmeno il pacchetto che mi diede mentre la mamma pagava. Una volta a casa l'amara sorpresa: la commessa si era sbagliata e invece del "mio" Brasile mi aveva dato la Romania! Ma capite: la Romania! Ma chi cavolo poteva mai andare a giocare con la Romania! Rimasi così deluso che non dissi nulla e mi tenni il "pacco". Agli amici che mi chiedevano stupiti perchè mai avevo scelto una squadra che non si filava nessuno, rispondevo senza convinzione che il Brasile ce l'avevano tutti e la Romania no. E ti credo...

venerdì, marzo 04, 2005

EURO 4 ECOLOGICHE. MA SARA' VERO?

In questi giorni SI parla tanto dei motori Euro 4, considerati meno inquinanti rispetto a tutti gli altri. Convinzione smentita da Aldo Di Lorenzo, direttore dell'istituto Motori del Cnr. Secondo Di Lorenzo nelle citta' la media di marcia e' tra i 5 e i 10 chilometri orari. A queste velocita' anche i motori Euro 4 inquinano. Le autoibride (propulsione mista benzina-elettrica) invece, come la Toyota Prius, sotto i 40 km/h funzionano a energia elettrica. Superati i 40 km/h entra in funzione automaticamente il motore a benzina. Vuoi vedere che, andando a caso, il comune di Treviso ci aveva azzeccato ad imporre la circolazione a targhe alterne anche alle Euro 4?

CANTA NELLA RETE

Andy Warrol ha detto che ognuno di noi può avere il proprio quarto d'ora di celebrità. Il giovane americano Gary Brolsma, corpulento adolescente del New Jersey, è l'esemplificazione di questa affermazione. Da qualche settimana è diventato famosissimo, almeno su Internet. Come? Semplice. Un giorno, non sapendo cosa fare, si è messo davanti il proprio computer con la web cam accesa e si è ripreso mentre cantava e reinterpretava alla sua maniera "Dragostea Dn Tei", canzone di un gruppo romeno diventata il tormentone canoro della scosta estate. Poi ha messo in rete il tutto. E' stato un successo. Il suo sito ha registrato milioni di contatti, lui è stato chiamato dalla Cnn e citato anche dal New York Times. I suoi genitori, esasperati da tanta notorietà, hanno dovuto staccare il telefono per scappare all'assedio dei giornalisti.
(Se voletevedere il video http://www.nytimes.com/2005/02/26/nyregion/26video.html ).

mercoledì, marzo 02, 2005

LA ZARINA ANASTASIA

Curiosando nella rete se ne trovano di cose strane. Ad esempio: volete sapere che fine ha fatto Anastasia Romanov, zarina di tutte le Russie? Secondo la storiografia ufficiale e accertata è morta, fucilata assieme alla sua famiglia, durante la rivoluzione Russa nel 1918. Ma secondo la tradizione si sarebbe salvata. Per anni, donne che dicevano di essere la sfortunata zarina hanno fatto capolino in varie parti d'Europa raccogliendo più o meno credito. Nessuna però riuscì mai a provare di essere l'ultima erede dei Romanov. Il mistero però lo avrebbe risolto un sito che si occupa di astrologia facendo l'oroscopo alla zarina Anastasia, nata il 18 giugno 1901 alle 7,30 a Pietroburgo, segno dei Gemelli con ascendente Leone. Secondo l'oroscopo Anastasia si salvò. Questo infatti quello che predicevano le stelle per la notte tra il 16 e il 17 luglio 1918, quando i Romanov e alcuni loro servi più fidati vennero fucilati e i loro cadaveri bruciati e fatti a pezzi: "Ekaterinenburg 16 - 17 luglio 1918. Lo zar e la sua famiglia vengono sterminati. Cosa diceva in quel momento il tragico cielo di Anastasia granduchessa di Russia?Sì, qualcosa di violento accadeva nella sua vita. Tutti i pianeti o le case che rappresentano il padre, la madre, fratelli e sorelle sono in quadratura con Marte rotante. E' un aspetto violento, indice di un fatto traumatico, ma non riguardano il suo Sole, non riguardano la sua persona fisica. Anastasia quel giorno gode della protezione della fortuna e anche Urano, Nettuno e Plutone natali. Nell'ordine la capacità di decidere, la metamorfosi e il principio vitale profondo, godono di aspetti favorevolissimi. Quel giorno Anastasia fu fortunata, anche se nel tempo forse ebbe modo di maledire quella fortuna. L'astrologia, senza manipolazioni, dà ragione alla corrente che ritiene Anastasia non fucilata con la famiglia". Per il sito in questione Anastasia sopravvisse fino al 1984 con il nome di Anna Anderson, morì sola, in povertà e dimenticata da tutti.
Ci credete? Dibattito aperto.

OCCHIO AL MERCURIO

La Commissione Europea ha dichiarato guerra al mercurio. Questo metallo ha il grave difetto di essere altamente inquinante e, se preso a grandi dosi, anche nocivo per la salute. E allora la Commissione sta valutando come eliminarlo. Una delle prime ipotesi è questa (presa da www.verdi.it): "Un obbiettivo importante è quello di ridurne l’impiego domestico, quindi principalmente si cercherà di farlo scomparire dai termometri".
Occhio quindi alla prossima influenza...