sabato, marzo 05, 2005

IL CALCIO IN PUNTA DI INDICE

Il calcio in punta di dita...delle mani. Ho letto un articolo che mi ha riportato indietro di anni: si riparla di subbuteo . Per quei pochi che non lo conoscono, si tratta della più riuscita simulazione di una partita di calcio: due squadre con undici miniature con base concava, due porte, un panno verde dove far scivolare i "giocatori" con precisi colpi di indice. Negli anni Settanta e Ottanta impazzava e sono pochi i quarantenni di oggi che non ci hanno mai giocato. Io, ancora bambino, l'ho conosciuto seguendo mio fratello maggiore, vero specialista. Crescendo ho cominciato a giocare con i miei amici. Mi ricordo almeno tre o quattro estati interamente trascorse in un garage di Selvana assieme ad un gruppetto di fanatici: disputavamo non meno di quattro edizioni dei Campionati del Mondo alla settimana, senza dimenticare le amichevoli internazionali, gli scudetti, le Coppe dei Campioni. Qualche tempo fa, con un gruppo di colleghi, abbiamo organizzato alcune serata revival divertendoci un mondo. Uno di loro ha ancora la mia collezione a casa sua...

Il bello del subbuteo erano le squadre: di tutti i tipi e di tutto il mondo. Potevi scegliere tra club e nazionali e c'erano proprio tutti. A Treviso le vendevano vari negozi. Ai miei tempi ce n'era uno particolare in piazza del Grano, ormai chiuso da tempo e sostituito dal megastore Playlife. Aveva un'intera parete esclusivamente dedicata al Subbuteo. Là ho comprato, dopo aver abbondantemete tarmato i miei genitori, una formazione del Milan (sì, lo ammetto: ho comprato anche il Milan) in versione special, con una confezione di cartone colorato e non quella solita di un verde pisello. La mia preferita era però l'Aiax, per i club, e il Brasile (che però, nonostante una buona collezione, non ho mai avuto) per le nazionali. Una volta ho provato ad acquistarlo, ma al Paradiso dei Bambini in via Manin. Entrai con mia madre e indicai quello che volevo, la mitica Selecao con gli omini neri vestiti di giallo-verde: uno spettacolo. La commessa salì sulla scala e tirò fuori alcune scatole. Ero talmente contento che non guardai nemmeno il pacchetto che mi diede mentre la mamma pagava. Una volta a casa l'amara sorpresa: la commessa si era sbagliata e invece del "mio" Brasile mi aveva dato la Romania! Ma capite: la Romania! Ma chi cavolo poteva mai andare a giocare con la Romania! Rimasi così deluso che non dissi nulla e mi tenni il "pacco". Agli amici che mi chiedevano stupiti perchè mai avevo scelto una squadra che non si filava nessuno, rispondevo senza convinzione che il Brasile ce l'avevano tutti e la Romania no. E ti credo...

4 Comments:

Blogger bucaniere said...

Ti capisco, sono esperienze che segnano. Ma la Romania....

8:35 PM  
Blogger bucaniere said...

Tanto per chiudere il capitolo Romania (poi giuro che non vi tedio più, preciso che alla fine la spacciavo per la Juventus seconda maglia (allora era gialla e blu) o per il Verona seconda maglia. Il catalogo del subbuteo indicava che la stessa divisa era indossata anche da qualche squadra inglese e dell'est europeo di cui però non ricordo il nome. Comunque grazie a Q e a Catcher Bloch per la solidarietà.

12:03 AM  
Anonymous Anonimo said...

Grazie per lo specialista, ma ti assicuro che c'era gente che se la cavava molto meglio di me.
Ti capisco, incidenti come lo scambio Brasile-Romania ti segnano per la vita

1:41 AM  
Anonymous Anonimo said...

E perché le colpe delle madri devono ricadere su di me?

Osservatore distratto

1:47 AM  

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