domenica, maggio 01, 2005

DIARIO AMERICANO: CIBO A CHINATOWN

"Niente di fritto, crudo o troppo pasticciato". Questo il proposito con cui ci siamo inoltrati a Chinatown a New York. Un mondo parallelo, affascinante e particolare. Basta oltrepassare una strada, svoltare un angolo o uscire dalla fermata della metro per sentirsi catapultato dalla metropoli più evoluta del mondo alle vie di Pechino. Le insegne in inglese, all'improvviso, spariscono: si vedono solo caratteri cinesi. Anche nelle edicole si trovano solo giornali asiatici, di ogni tipo. In giro quasi esclusivamente orientali e la loro comunità sta aumentando sempre più invadendo le aree limitrofe. Con gli anni, non molti in verità, finirà col cancellare un altro quartiere storico della Grande Mela, la confinante Little Italy ormai ridotta a poche strade con qualche ristorante.
Ma torniamo al proposito iniziale. Chinatown, per quanto pittoresca, non ispira molta fiducia al turista, sopattutto a quello consapevolmente sprovveduto. Il cibo crudo e fritto abbonda, anche quello caramellato come le anatre spellate, cucinate e ricoperte di glassa che fanno bella mostra di se in molte vetrine. Per mangiare bene "il cinese" bisogna conoscere i posti giusti, altrimenti si rischia grosso vista le condizioni non proprio ottimali di certi locali. E infatti noi non rischiamo. Ma, in un posto del genere, i propositi salutisti sono difficili da mantenere. E infatti dopo due ore di ricerca, finiamo nel più classico dei Mc Donalds. Morale: se proprio mi devo avvelenare, almeno scelgo io dove e come.