giovedì, giugno 30, 2005

E VAI COL BASKET-MERCATO!!

E adesso mi dedico ad una cosa che, per mia sfortuna, faccio in rarissime occasioni: un bel pezzo di basket-mercato. Allora, cominciamo.
La Benetton ha vari problemi da risolvere tra cui quello del play. Partito Bulleri, il neo coach David Blatt deve sciogliere il nodo legato alla regia. Tanti i nomi che si fanno in questi giorni, due su tutti: l'italiano Marco Modente e l'americano Duane Woodward. Il primo è in "uscita" (vero Nietzsche?) da Reggio Emila reduce da un'ottima stagione. Sulle sue tracce però si sono scatenati in tanti: oltre a Treviso, ci sono anche Milano (e per lui sarebbe un ritorno) e Varese. Di certo il ragazzo, che si sta ben comportando anche in Nazionale, piace molto a Gherardini. Mordente però potrebbe ricoprire il ruolo di rincalzo sia per il play che per la guardia. Per il posto da titolare ci vuole altro. E quindi eccoci arrivati al secondo nome nella lista del Gm trevigiano: Duane Woodward. Americano, ultimo campionato a Roseto dove ha incantato trascinando gli abruzzesi ai play off. Sarebbe l'uomo giusto per guidare il quintetto biancoverde, ma la Benetton deve vincere la concorrenza di Siena.
Viene dato in partenza, nonostante le smentite degli ultimi tempi, Denis Marconato. La corte del Barcellona è insistente e non è detto che di fronte ad una sostanziosa offerta la Benetton non possa rivedere l'incedibilità del capitano (ma poi si dovrebbe trovare un altro centro capace di stoppare, prendere rimbalzi, creare spazi e trattare la palla come un "piccolo". Mica facile....). I catalani dopo l'arrivo del nuovo ds Zoran Savic (ex Fortitudo) sono scatenati e vogliono centrare anche un altro colpo: strappare proprio alla Fortitudo e alla Nba (dove potrebbe tranquillamente approdare) Matiaz Smodis.
Parliamo di ex: l'indimenticato Tyus Endey, terminata la sfortunata esperienza romana, sembra indirizzato verso Napoli dove Piero Bucchi lo accoglierebbe a braccia aperte dopo averlo allenato a Treviso nel 2000. Infine Uros Slokar, proprietà della Benetton ma dato in prestito a Udine nell'ultima stagione: ai draft Nba è stato scelto con il numero 58 (secondo giro se non sbaglio) dai Toronto Raptors. Poteva andare meglio. Ma mi chiedo: come può un giocatore che non riesce ad essere protagonista in Italia sfondare tra i professionisti americani? Se mai andrà in Canada passerà inevitabilmente gran parte del suo tempo a guardare gli altri giocare. E' vero, guadagnerà un sacco di soldi (ne prenderebbe molti anche in Europa, ma giocando) però senza migliorarsi: ha senso?

UFFICIO STAMPA O FILTRO STAMPA?

Redazioni e uffici stampa, rapporto di odio-amore. Amore perchè in molti casi offrono al giornalista la "pappa già pronta" sotto forma di comunicati stampa ben scritti e pubblicabili senza modifiche. Odio perché, spessissimo, l'ufficio stampa più che un aiuto per il giornalista diventa un filtro, uno strumento che veicola solo certe informazioni e ne nasconde altre, che quasi impedisce un serio lavoro di cronaca (che comunque, purtroppo, sempre meno giornalisti fanno o hanno voglia di fare pur avendo mezzi e tempo a disposizione). Ecco comunque quali sono gli effetti negativi di un massiccio uso di uffici di pubbliche relazioni, leggete questo.

Ps.: tra un po' vi propinerò una mia riflessione sul nostro amato mondo del giornalismo, soprattutto quello locale. Non adesso però, per vari motivi non saprei essere obiettivo.

martedì, giugno 28, 2005

E BRAVO CORRIERE

C'è poco da dire: mille complimenti e tanto di cappello al collega del Corriere Veneto che la scorsa settimana ha lanciato per primo il nome di Gaetano Spampinato, ex direttore generale dell'Usl 9 di Treviso, come nuovo amministratore delegato del Treviso Calcio. Devo confessarlo: ho un po' preso in giro il giovane collega per aver tirato fuori una notizia che, in un primo momento, sapeva tanto di bufala. E invece aveva ragione lui, alla faccia della mia boria. La notizia oggi la riprende anche il Gazzettino, avvalorando così il suo scoop.
Ogni tanto è bene saper riconoscere i meriti altrui (ma senza esagerare...).

domenica, giugno 26, 2005

COSPIRAZIONE MONDIALE

Ecco qui un argomento che non mancherà di suscitare la reazione di un amico sempre sensibile a questi temi (più per confutarmeli che per approvarli).
Avete mai sentito parlare degli "Illuminati"? Sicuramente sì se avete letto il libro "Angeli e demoni" di D. Brown (o se, per cultura personale, vi ricordate della setta storicamente esistita nel '700 in Baviera). Bene, c'è chi crede che gli Illuminati esistano ancora e che tramino per conquistare il mondo. L'11 settembre 2001? Colpa loro. Leggete questo.

SINDACI: DUE PAESI, DUE MISURE

Guai in vista per il sindaco di Londra Ken Livingstone. Rischia di essere deferito all'autorità di controllo degli Enti Locali e perdere la carica per aver definito un giornalista ebreo (Oliver Finegold) "criminale di guerra tedesco" e "kapò".
Per fortuna che Giancarlo Gentilini, celebre per le sue esternazioni su "leprotti", "carri piombati" "immigrati che corrono dietro alle gazzelle" e tanto altro ancora, è cittadino della tollerante e pittoresca Italia e non della ben più rigida Inghilterra....

PERICOLO ANTENNA

Impazza la protesta contro le antenne. Residenti che scendono in strada e impediscono agli operai di installare i ripetitori, i nonni del centro anziani che cacciano dal loro cortile tecnici e si mettono in forte contrapposizione addirittura con il vice sindaco Giancarlo Gentilini. Insomma, un vero caos. Perchè? Perchè la gente ha paura che le antenne siano pericolose, che generino campi elettromagnetici troppo intensi e potenzialmente dannosi. Non si fidano delle misurazioni ufficiali, anche se effettuate da organismi seri come l'Arpav. E, in molti casi, si lasciano suggestionare.
Questo episodio me lo ha raccontato l'altra sera a cena un amico che lavora per una di quelle ditte che installano antenne. In questi giorni di incontriamo spesso davanti a cantieri: io per seguire le proteste della gente, lui per tentare di fare il suo lavoro.
"Quello che accade a Treviso non è una novità _ dice _ la gente sa poco di elettromagnetismo e di antenne, il più delle volte si fida di quello che dicono politici o tecnici improvvisati.
Un paio d'anni fa un mio collega doveva mettere un'antenna nel terriorio di un comune trevigiano. Come al solito grandi proteste. Alla fine l'antenna viene installata. Le proteste però continuano, fino a che tutti i residenti della zona si riuniscono in un teatro per un incontro pubblico. Ad un certo punto quelli che abitano vicino al ripetitore cominciano a dire che, da quando lo hanno installato, soffrono di malanni fisici. Dichiarazioni che allarmano la platea e fanno salire la tensione. Il mio collega assiste in silenzio ma alla fine non ne può più, prende la parola e dice: "sono il responsabile del cantiere e volevo comunicarvi che l'antenna non è ancora attiva, non è nemmeno stato fatto il collegamento dei cavi elettrici. E' solo un tubo di metallo piantato nel terreno....". Ma ci pensi? Questi già accusavano i sintomi più disparati e l'antenna non era ancora stata attivata".

I NODI TORNANO AL PETTINE

Forse i miei due lettori incalliti si ricorderanno di questo post.
Bene: mi rimangio tutto. A distanza di mesi è venuto a galla che quelle fonti sicure al cento per cento mi avevano detto la verità che, insomma, avevo ragione a scrivere quello che ho scritto. E di recente mi sono preso una pccola soddisfazione.

Ps: lo so che non si capisce niente, ma è un semplice sfogo.

mercoledì, giugno 22, 2005

L'ESTATE DIVIDE GOBBO E GENTY

Arriva l'estate e i rapporti tra i due sindaci di Treviso, Gian Paolo Gobbo e Giancarlo Gentilini, si fanno complicati. Nel senso che le avverse condizioni climatiche rendono quasi impossibili gli incontri a quattr'occhi. Del resto le difficoltà sono insuperabili: Gentilini prospera in un ambiente caldo-umido, Gobbo invece soffre da matti il caldo e quindi se ne sta rinchiuso nel suo ufficio con l'aria condizionata a mille. Da lui non c'è fresco, c'è freddo.
Condizioni climatiche del tutto diverse da Gentilini, stesso piano ma in un'altra ala. Il condizionatore lo ha fatto smontare ancora dieci anni fa, ora non lo vuole neanche vedere. Le sue finestre però sono sempre spalancate, ad gni ora. Risultato: temperatura tropicale, umidità che sfiora il cento per cento. Ma lui sta bene così. L'unico strappo che si concede e togliersi la giacca, qualche volta anche la camicia (una giorno un suo collaboratore entrato senza bussare lo ha beccato in cannottiera...).
Un dramma quando i due si devono incontrare: "Vieni tu qui", fa Gobbo. "Non ci penso nemmeno, vieni tu", replica lo Sceriffo. "Non esiste", chiude il sindaco. Risultato: alle volte Genty cede e entra, per pochissimi minuti, nell'ufficio di Gobbo. Nella maggior parte dei casi però gli incontri avvengono a metà strada, nella saletta degli arazzi o in sala giunta dove il clime è sufficientemente fresco per Gobbo e sufficientemente caldo per Genty.
Le visite reciproche riprendono verso ottobre, a condizionatori spenti.

ALLA FACCIA DELLA VISITA...

Me lo avevano detto che era così, ma non ci volevo credere. Mi sbagliavo: la visita medica per il rinnovo della patente è veramente una pagliacciata. Anche piuttosto cara, visto che mi costa 21 euro più altri quaranta per marche da bollo e balzelli vari.
La visita consiste in questo: saluto con il dottore, scelta di una sedia comoda dove sedersi, risposta a domande tipo: "soffre di disturbi mentali (nel senso che sono un cretino dichiarato se te lo dico)?, Fa uso di sostanze stupefacenti o alcoliche (oddio, qualche birretta ogni tanto...)? Soffre di diabete, disturbi cardiaci?", più un'altra sfilza di quesiti più o meno inutili. Poi la visita oculistica. lettura delle lettere, ne azzecco un paio di quelle più piccole e tutto finisce, su una tiro a indovinare. Ma va tutto bene. Prima del certificato altra domada: "Quanto è alto e quanto pesa?". E qui, lo confesso, baro di brutto: sul peso mi tengo abbondantemente al di sotto dell'impietoso giudizio della bilancia, ma per 21 euro poteva anche fare lo sforzo di misurarsi e pesarmi. O no?

lunedì, giugno 20, 2005

ROMANIA 2005: CROCIFISSA IN UN CONVENTO

Giugno 2005, dalla Romania arriva una notizia come questa. Senza parole.

Una suora di 23 anni crocifissa e lasciata morire nel suo stesso convento perché "posseduta dal demonio". Un padre superiore che ha dato l'ordine e le consorelle della vittima che lo hanno eseguito. Una rivolta sfociata in una sommossa quando gli alti rappresentanti della chiesa hanno cercato di entrare nell'edificio per capire che cosa era avvenuto. Una storia che viene dalla Romania quasi a voler confermare le cupe atmosfere di quelle terre.

Ma non è letteratura, la vicenda di suor Maricica Irina Cornici, probabilmente malata di schizofrenia, e uccisa nel tentativo di scacciare quello che Daniel Corogeanu, il padre superiore del convento ortodosso, era certo si trattasse del demonio.
Secondo le prime indegini avviate sul caso, il pope del convento della Santa Trinità di Tanaco, nella Romania orientale, e le quattro religiose avrebbero legato suor Irina e l'avrebbero rinchiusa nella sua cella, lasciandola senza acqua e senza cibo. Poi, stanchi delle sue proteste, l'avrebbero imbavagliata e crocifissa, lasciandola morire. E' accaduto il 15 giugno scorso e sia il patriarca della Chiesa ortodossa che la magistratura hanno avviato le indagini che si sono concluse per il momento con un'incriminazione per sequestro e omicidio per i cinque religiosi.
Ma quando ieri i rappresentanti della Chiesa ortodossa sono arrivati al convento per privare padre Corogeanu del diritto di officiare, è scoppiata una sommossa. Il pope e alcuni cittadini del villaggio - riferisce oggi in prima pagina il quotidiano romeno Evenimentul Zilei - hanno aggredito i religiosi e si sono barricati all'interno del convento.
Secondo i primi risultati medici, suor Irina è morta per "insufficienza cardio-respiratoria" dopo essere rimasta per tre giorni legata a una croce di legno senza bere e senza mangiare e con un asciugamano legato intorno alla bocca come bavaglio. Suor Irina era malata di schizofrenia, secondo i medici. La ragazza era cresciuta in un orfanotrofio ed era arrivata nel convento tre mesi prima per trovare un'amica. Poi aveva deciso di restare.
"Si tratta del gesto di un pope instabile dal punto di vista psicologico, che ha compiuto atti barbari pensando di curare la suora dagli spiriti maligni. E' un gesto che non ha niente a che fare con la tradizione e la spiritualità ortodossa", ha dichiarato il portavoce del patriarcato, il pope Costel Stoica.
Padre Daniel la pensa in tutt'altro modo e nei giorni scorsi ha detto di essere sorpreso dell'attenzione della stampa riguardo a questo caso visto che "l'esorcismo è una pratica comune nel cuore della Chiesa ortodossa romena: i miei metodi sono perfettamente noti agli altri preti".

sabato, giugno 18, 2005

SUPER EROICA, UN TUFFO NEL PASSATO

Non interesserà a nessuno ma oggi, frugando tra gli scaffali di una località balneare veneziana, ho trovato alcuni vecchi fumetti della collana "Super Eroica". Oltre me, qualcuno se li ricorda? Sono fumetti ambientati durante la Seconda Guerra Mondiale. Non c'è un protagonista solo, ma varie storie di soldati, di eroismi, gesti di vigliaccheria dove però il più nobile (gli alleati) alla fine vince e i cattivi (tedeschi e giapponesi) perdono. Qualche decennio fa erano tra le mie letture preferite. Nulla che abbia lasciato il segno, anche se attraverso le loro pagine qualche nozione di storia l'ho anche imparata oltre ad aver passato delle piacevolissime ore pomeridiane.
Vedendoli, mi è venuta un po' di nostalgia e ne ho comprati tre per due euro. Sarà un po' come tornare indietro di qualche anno.

ZAIA: TURISMO AMARO

La Regione Veneto ha un nuovo logo, un simbolo ideato dai creativi di Fabrica che verà utilizzato per la promozione turistica. "Veneto tra terra e cielo" recita lo spot con affianco una sorta di stella colorata. La campagna promozionale è stata basata su una serie di foto rappresentanti turisti che si esibiscono nel classico segno di vittoria, una "V" formata dal dito indice e dal medio della mano. La Regione ha investito 15 milioni di euro in questa campagna, la prima in assoluto nella storia recente del Veneto.
Tutto bene? No, per nulla. Si dice (fonti più che attendibili) che al vice presidente della Regione (con delega alla promozione turistica) Luca Zaia il logo non piaccia per niente. Anzi avrebbe anche tentato di convincere Fabrica a farne uno nuovo, ma senza successo. I "creativi" hanno infatti ribattuto che il lavoro era stato commissionato dalla giunta precedente venendo approvato dall'ex assessore al turismo. Zaia ha così dovuto far buon viso a cattivo gioco e incassare la prima "sconfitta" della sua avventura veneziana.

venerdì, giugno 17, 2005

GENTY-STAMPA: ANCORA GUERRA

Ultime da Ca' Sugana: il vice sindaco Giancarlo Gentilini ha deciso di non rispondere più ai giornalisti che lo cercano al telefono (no, questa volta la Tribuna non c'entra). Si è infuriato perchè alcune sue dichiarazioni dette alla cornetta sono state mal riportate.
Alle volte, nel suo caso, questo è un bene.

LA LEZIONE DEL BASKET

Pochi centesimi di secondo ancora sul cronometro, un punto (65-64) da recuperare, ultimo tiro a disposizione contro una difesa schierata e un palazzetto con 11mila spettatori indemoniati che fanno un casino d'inferno. La guardia americana della Fortitudo Duglas decide per quello che la Gazzetta.it ha argutamente definito "l'ultima preghiera", ovvero il tiro della disperazione, del tutto per tutto. Segna da tre. Sorpasso: 65-67. Ma mentre la palla s'infila suona anche la sirena e nasce il dubbio: il tiro è partito prima o dopo? La posta in palio è altissima: lo scudetto. L'arbitro decide di sperimentare la novità dell'anno: l'instant replay, la moviola in campo. In un clima surreale, 11mila persone questa volta in silenzio, aspettano il responso. Alla fine, dopo aver visto e rivisto l'azione, la decisione: tiro valido, tricolore alla Fortitudo che festeggia in mezzo al parquet, davanti a migliaia di tifosi milanesi che definire delusi è poco, pochissimo. Per non parlare di giocatori e dirigenti dell'Armani Milano. Ma nessuno fiata o contesta. L'ultima lezione di sportività del basket, sport dalle mille emozioni e dalla grande correttezza.
Non oso immaginare le reazioni se una cosa del genere fosse accaduta alla fine di una partita di calcio: rigore o no? Dentro o fuori?
Povero quell'arbitro che dovrà avere a che fare con la moviola in campo e che dovrà prendere una decisione del genere contro la squadra di casa: dopo quante ore e con una scorta di quanti agenti potrebbe mai uscire dallo stadio?

UNA STAGIONE COSI'

Vede il Milan perdere la finale di Champions in una maniera talmente ridicola da passare direttamente dalla cronaca sportiva alla storia del cinema comico;

Vede il Milan perdere lo scudetto nello scontro diretto in casa;

Deve consegnare la coppa dei campioni d'Italia a Torino, davanti ad oltre 50mila juventini festanti che lo accolgono a pernacchie;

Nell'anno in cui non vince praticamente nulla, assiste alla vittoria dell'Inter in coppa Italia;

Consegna al capitano dell'Inter la coppa in mezzo ad un San Siro tutto nerazzurro che lo accoglie con una tempesta di pernacchie e se la gode un mondo;

Vede la sua Armani Basket perdere lo scudetto in casa con un tiro da tre a fil di sirena e ancora una volta guarda gli altri festeggiare.

Adriano Galliani: "Firmerei per un'altra stagione così".

A parte qualche inconveniente (il basket), anche noi.

martedì, giugno 14, 2005

LUNGO ADDIO ATTO FINALE

Modestamente lo avevo già anticipato un paio di post più sotto: Ettore Messina allenera' per i prossimi tre anni il Cska Mosca. La Benetton Treviso ha trovato l'accordo con i russi e ha liberato il suo tecnico. La squadra trevigiana, in un comunicato, ha ringraziato l'allenatore "per l'estrema professionalita' dimostrata e per gli eccellenti risultati ottenuti nelle tre stagioni trascorse alla guida della squadra biancoverde".

Rinnovo anche il mio personalissimo in bocca al lupo a Messina, che tanto ha dato alla causa trevigiana. E già che ci sono mi sbilancio anche sul prossimo coach trevigiano: l'americano Blatt, ex coach del Maccabi e nell'ultimo anno in Russia. Azzeccarne due su due sarebbe clamoroso...

SPORTIVI, BRAVA GENTE

Ecco quattro notizie uscite oggi su alcune agenzie e siti internet, protagonisti: calciatori e un pugile (forse ex) come Mike Tyson che riesce a rovinare anche una bella notizia o, quantomeno, un intento positivo. Quando si dice: "Lo sport insegna a vivere".

CALCIO - Il difensore del Liverpool Steve Finnan è stato arrestato lo scorso aprile con l'accusa di aver provocato la morte di un anziano in un incidente stradale, ma la notizia è stata resa nota oggi.

CALCIO - Il 21enne attaccante olandese dell'Arsenal Robin van Persie è stato arrestato a Rotterdam con l'accusa di stupro.

CALCIO - L'ex calciatore del Manchester United George Best è stato arrestato con l'accusa di atti di libidine su una ragazzina (meno di 13 anni). Arrestato giovedì, Best, che ha 59 anni, è stato rilasciato dietro cauzione, l'ha fatto sapere la polizia.

PUGILATO - Due giorni dopo la sconfitta contro McBride, Mike Tyson conferma di voler lasciare il pugilato e rivela come vorrebbe occupare in futuro il suo tempo: "C'è un gruppo di missionari cristiani che mi ha contattato - dice - Potrei andare in Botswana, Ruanda e forse Sudan, per aiutare la gente povera che ha bisogno di cibo e medicinali. Voglio cambiare vita, potrei anche uccidere chi spaccia droga per soldi".

sabato, giugno 11, 2005

ALITO PESANTE

Ottantamila dollari per un barattolo contenente l'aria respirata da Brad Pitt e Angiolina Jolie, le due superstar di Holliwood. E' l'assurda quotazione di un'asta scatenatasi su E-bay.
Spero solo che nessuno dei due avesse l'alito pesante...

venerdì, giugno 10, 2005

BENTORNATO LIVERPOOL!

Il Liverpool prenderà parte alla prossima Champions League. Lo ha stabilito l'Uefa, a cui i Reds (quinti in Inghilterra) si erano rivolti per ovviare al regolamento. I campioni d'Europa partiranno dal primo turno preliminare, il che vuol dire che prima di giocarsi l'accesso alla Champions dovranno superare due turni. Questa non è una buona notizia per Inter e Udinese, che potrebbero trofarsi di fronte gli inglesi nei preliminari.
La uefa ha così fatto uno strappo alla regola che prevede l'ammissione alla massima competizione europea solo per le prime quattro di ogni campionato (beh, non proprio di ogni campionato, ci sono nazioni che portano in Champions solo le prime due o la prima e basta).
Una buona notizia comunque: non sarebbe stato giusto vedere il Milan in Europa (dopo la figuraccia turca) e non il Liverpool campione. Ciò non toglie che, da juventino, non vedo l'ora di affrontare gli inglesi per cacciarli fuori come loro hanno fatto con noi.

UN LUNGO ADDIO

Quante possibilità ci sono che Ettore Messina possa rimanere alla guida della Benetton? Pochissime, quasi zero. Ormai nel suo destino sembra esserci il Cska Mosca.
Così dice Messina:""La trattativa è avviata e sono fiducioso che possa andare a buon fine. Tutto però è nelle mani dei due club, se non trovassero l'accordo in teoria continuerei a Treviso, però i rapporti tra i due club sono buoni e penso che l'intesa possa arrivare senza grandi problemi".
Così invece dice Maurizio Gherardini, procuratore generale della Benetton: ”Posso solo confermare che esiste una trattativa, ma per ora nulla di più. La prossima settimana, in occasione del Reebok Eurocamp, verranno a La Ghirada i massimi dirigenti moscoviti, potrebbe essere l’occasione per definire i termini della trattativa, considerando gli ottimi rapporti che ci legano al CSKA.”.
Al di là delle frasi di circostanza e della falsa prudenza, il messaggio mi sembra chiaro: il buon Ettore andrà a Mosca, attirato dalla montagna di soldi che garantisce il Cska e dalla possibilità di avere tra le mani una squadra di livello eccezionale.
In bocca al lupo coach, dopo uno Scudetto e due Coppe Italia con Treviso è giusto provare altre esperienze.

giovedì, giugno 09, 2005

GRUPPO FINEGIL, SI CAMBIA

Svolta nei giornali del gruppo Finegil. In sostituzione di Fabio Barbieri, storico direttore di Tribuna di Treviso, Mattino di Padova e Nuova Venezia scomparso prematuramente, ne sono stati nominati tre: Sandro Moser per la Tribuna, Omar Monestier per il Mattino e Paolo Possamai per La Nuova. Per i primi due si tratta di una promozione da vice a direttore, il secondo invece passa dalla qualifica di inviato alla poltrona di numero uno della Nuova.
Una vera rivoluzione: non più un direttore unico, ma tre. Una spinta ancora più marcata sulla via del localismo, formula giornalistica che negli ultimi anni si è rivelata di successo. I tre direttori avranno pieni poteri su tutto ciò che riguarda la macchina del giornale e questo apre nuovi e interessanti scenari. La soluzione però non è piaciuta al corpo redazionale che ha proclamato un'assemblea e uno sciopero di due giorni.
Spazzate via le voci che volevano al posto di Barbieri un altro nome storico del gruppo Finegil, Tiziano Marson, o un out-sider di lusso e grande prestigio come Francesco Jori, inviato di punta e caporedattore del Gazzettino ed ex vice direttore della stessa testata ai tempi di Giorgio Lago.

mercoledì, giugno 08, 2005

COMPUTER, ODIATISSIMO AMICO (2)

Sempre dal sondaggio Kroll Ontrack, ecco alcuni incidenti particolari accaduti ad utenti di computer che poi hanno richiesto l'intervento dei tecnici:

- Un uomo si è presentato al laboratorio, consegnando il proprio hard disk in un sacchetto di plastica bagnato. Aveva letto su Internet che un metodo per riparare il disco guasto era quello di chiuderlo in freezer per una notte. Così ha fatto.

- Salendo in macchina, una donna ha dimenticato il notebook sul tettuccio dell'auto. Messo in moto il veicolo, il computer è scivolato a terra. La donna ha affermato di aver innestato la retromarcia e: «udito il rumore di qualcosa che andava in frantumi».

- Dopo aver trascorso diversi giorni a preparare 1200 fatture, l'impiegato di una clinica ha visto svanire tutto il lavoro per un fulmine caduto sulla cabina elettrica. Tutti i file sono spariti, compresi quelli delle fatture appena terminate. Non aveva fatto alcun back-up.

- Durante la costruzione di un fabbricato, una putrella di acciaio è caduta sul computer portatile che conteneva i progetti dell'edificio. No comment.

- Un uomo si è arrabbiato così tanto per il malfunzionamento del notebook, al punto di gettarlo nella toilette e tirare un paio di volte lo sciacquone. Poi si è pentito, l’ha raccolto grondante d’acqua e mandato a Stoccarda.

- «Il mio computer portatile è stato schiacciato dalle ruote di un aeroplano». Anche se gli esperti Kroll Ontrack non hanno capito come sia potuto succedere, questa è la spiegazione fornita dal cliente.

COMPUTER, ODIATISSIMO AMICO...

Queste le risposte date alla domanda «come ti comporti quando il tuo Pc non dà più segni di vita?», un sondaggio condotto dalla Kroll Ontrachk, ditta americana specializzata nel recupero dati da computer guasti:
Il 20% di noi manifesta crisi di panico, rimanendo incredulo di fronte al video, mentre il 17% si mette ad urlare frasi sconnesse. Ma la maggior parte, ben il 35%, accetta con rassegnazione il fatto di non accedere più al contenuto del disco rigido. Però c’è anche un 7% di irascibili che colpiscono il notebook con “pacche” e pugni, ed infine un 6% di furbi che lasciano nei pasticci i colleghi.

Ho in mente cosa farebbero alcuni colleghi di fronte ad un video improvvisamente spento....

GENTY E L'AUTOVELOX

Sulla questione autoveloox siamo ormai al ridicolo. Il comune chiede al ministero se i modelli in dotazione sono omologati per essere utilizzati lungo le strade da soli, senza un vigile nelle vicinanze. Il ministero, con tutta la calma romana, risponde che "sì sono omologati per lavorare da soli". Gioia e tripudio a Ca' Sugana, volano i tappi di champagne e vengono zittiti tutti quelli che avevano accusato l'amministrazione di vessazione (vi ricordate le polemiche di settembre-ottobre?). Gli autovelox possono quindi tornare in strada. Ma Gentilini vuole essere sicuro: "ricominceremo ad utilizzarli solo quando i decreti verranno pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale". Seguono settimane di attesa, ma sulla Gazzetta non compare nulla. La Polizia Municipale allora chiede al ministero se la pubblicazione è proprio necessaria, altra risposta chiara: "No, i decreti bastano e avanzano". Altro tripudio e bottiglie stappate. Ma Genty non ci crede: "Il ministero deve mettermi nero su bianco anche questa risposta, aspetto una lettera".
Ma basterà a convicere lo Sceriffo o prentenderà un'altra lettera che confermi che il parere è proprio vero? E anche questo, basterà? insomma, se non siamo al ridicolo lo stiamo pericolosamente sfiorando.

lunedì, giugno 06, 2005

IL CELIBATO DI TOTTI

Da gazzetta.it.
"ROMA - Parata di vip per la cena di addio al celibato di Francesco Totti. Nella prestigiosa cornice romana di Villa Miani tra i primi ad arrivare sono stati il senatore a vita Giulio Andreotti, gli attori Lino Banfi ed Enzo Salvi, i cantanti Fiorella Mannoia e Lando Fiorini, l'allenatore Zdenek Zeman, l'ex direttore generale della Roma Franco Baldini, l'amministratore delegato Rossella Sensi, la signora Flora, moglie dell' ex presidente Dino Viola. Arrivati anche il prefetto di Roma Achille Serra, l'attore, il compagno di squadra Daniele De Rossi e l'ex caputano giallorosso Giuseppe Giannini".

A parte qualche errore di battitura, la domanda sorge spontanea: echissenefrega?

domenica, giugno 05, 2005

BENETTON-ARMANI, CALA IL SIPARIO

Due o tre cose per chiudere con la sconsolante sconfitta della Benetton.
La prima: l'Armani Milano ha meritato, ma solo per quanto ha fatto vedere in gara-5. Non dimentichiamo che nelle due precedenti partite a Treviso si è beccata 20 punti di scarto ogni volta e che nelle due vittorie a Milano si è imposta con percentuali di tiro indecenti.
E questo ci porta alla riflessione numero due: perchè la Benetton ha perso? Secondo me per un motivo molto semplice: inesperienza. Quando non arrivi a 60 punti in una gara e perdi di solo di quattro-cinque lunghezze, vuol dire che hai fatto bene la cosa che procura meno pressione (la difesa), male quella dove occorre più lucidità (l'attacco, infilare il pallone nel canestro davanti a cinque energumeni esagitati). E qui occorre esperienza, che la Benetton di oggi, pur ricca di talento, non ha.
Terza riflessione, collegata alla seconda: la stampa milanese, Gazzetta dello Sport su tutti, si sta sciogliendo in peana per l'impresa dell'Armani. Giusto. Meno giusto però far passare la squadra come un gruppo di novellini capaci di mettere sotto i piedi il mostro sacro dei parquet, la Benetton ("la" Benetton, non "il" Benetton, cara Gazzetta...). Non è proprio così.
Tolti Marconato e Bulleri (forse), tra i trevigiani scarseggiano giocatori abituati a questi livelli. Goree e Siskaukas sono al primo anno in Italia, Beard ha giocato molto in Germania e in Italia solo in formazioni che lottano per la salvezza; Garnett viene da Messina, ultima lo scorso anno; Soragna prima di Treviso non ha mai giocato per lo scudetto; Bluthental si è rivelato un rincalzo e niente più; Morlende è un giovane bravo ma acerbo e in più infortunato; infine Bargnani: grandissimo talento, prospettiva Nba, ma alla fine solo un ragazzo di 20 anni che per la prima volta ha giocato da protagonista una stagione a questi livelli (e infatti ha fallito il tiro più importante dell'anno a 11 secondi dalla fine con Milano avanti di 2).
Questi i lupi del parquet che, in una gara de dentro o fuori, avrebbero dovuto fare un sol boccone di gente come Djordjevic (occorrono presentazioni?), Coldebella (scudetti in Italia e in Grecia, uno che nei play off ci sguazza), Blair (da una vita in Italia dove ha giocato ad ogni livello), Alberti (uno scudetto vinto 9 anni fa), Calabria (Nba, esperienza in Italia a Treviso, Cantù e Milano), McCullough (uno dei migliori play del campionato a detta di tutti, di certo non l'ultimo arrivato), Singleton (atleta pazzesco destinato a tornare in Nba)?
Certo, Treviso ha una panchina più lunga, più forte, mentre Milano tolti i marpioni elencati non ha nulla (tranne Gigena, che in una serata dove nessuno segnava ha fatto 4/6 da tre e in momenti chiave, alla faccia dell'esordiente...). Ma in una gara 5, nei secondi finali quando ogni pallone pesa una tonnellata, chi c'era in campo? Coldebella, Djordjevic, Blair, McCollough....E non è un caso che sia stato il campione serbo ad affondare la Benetton con una gestione di palla sublime nell'ultimo minuto e con due liberi infilati a 8 secondi dalla sirena in mezzo ad Palaverde stile bolgia. E questi sono dei pivellini senza esperienza? Ad ogni modo, in bocca al lupo e fateci divertire con una bella finale.

sabato, giugno 04, 2005

ME LO SENTIVO

Benetton Treviso - Armani Milano 57-61: Benetton a casa e Armani in finale. Me lo sentivo, cavolo se non me lo sentivo.

SOLO E SEMPRE LIRETTA, VADE RETRO EURO

Incorreggibili leghisti. Adesso si sono inventati che bisogna tornare alle lire. Basta Euro - ha tuonato oggi il ministro Maroni - via la causa di ogni male, l'oppio che ha obnubilato la mente di commercianti, grossisti e al dettaglio, spingendoli a raddoppiare i prezzi da un giorno all'altro. E poi Euro è l'abbreviazione di Europa: doppio orrore! Come sarebbe a dire? Noi leghisti, puri padani, in mezzo a quell'accozzaglia di genti e paesi liberi di muoversi a piacimento senza confini e uniti dalla stessa valuta? Non sia mai. Nelle nostre vallette brembane, nelle nostre osterie venete stiamo più che bene. E quindi contr'ordine compagni: basta Euro, si torni alla lira. Sì, proprio la vecchia liretta che la Lega un tempo, non molti anni fa, al massimo una decina, voleva sostituire con lo scudo. Vi ricordate? Alle feste leghiste potevi comprare la tua dose di polenta o il fazzolettone verde solo con gli scudi che cambiavi all'ingresso con le lire.
La Lega a difesa di un simbolo dell'Italia: da non credere! Forse nessuno lo ha detto a Calderoli... Comunque, tanto per dare forza alla voglia di lira la Padania parte in quarta. Leggete questo lancio di agenzia:

"Da domani torniamo a ragionare in lire, a partire dal prezzo di copertina che sarà indicato prima in lire e poi in euro": Gianluigi Paragone, direttore del quotidiano della Lega Nord 'La Padania' interviene nel dibattito sull'euro riportando in auge il doppio valore. "In ogni articolo, in ogni commento, laddove ci sono cifre e prezzi - spiega - metteremo il valore in lire e quello in euro. E' il nostro modo per tornare a ragionare nella nostra vecchia valuta".

E adesso aspettiamo con ansia la prossima novità. Cosa potrà mai essere? L'obbligo di italianizzare tutti i nomi e parole straniere per difendere il nostro sacro idioma?

PESSIMI PRESENTIMENTI...

Non vorrei portare sfiga, ma ho pessimi presentimenti per la partita della Benetton di questa sera, gara cinque di semifinale con l'Armani: chi vince si gioca lo scudetto. A Treviso arriva una Milano gasatissima che già pregusta il colpaccio e per noi sarebbe la beffa delle beffe venire eliminati dai fighetti lombardi. La Fortitudo invece in finale ci è già arrivata, come sempre. Ormai non tengo il conto delle finalissime consecutive conquistate dai bolognesi, tutte regolarmente perse. Ma non potrà continuare così all'infinito (mica sono l'Inter).
Conclusione: se battiamo Milano, ho pessimi presentimenti per la finale...

venerdì, giugno 03, 2005

TROPPO BELLA PER ESSERE VERA...

Purtroppo me ne devo fare una ragione, troppo bella per essere vera la storia dei soldati giapponesi della seconda guerra mondiale riemersi dopo sessant'anni dalla foreste dell'isola di Mindanao. Dopo pochi giorni arriva la smentita (grazie Belfagor):

"La recente notizia della comparsa di un soldato dell'esercito imperiale
giapponese, rimasto per 60 anni nascosto sulle montagne
dell'isola filippina di Mindanao, è stata smentita oggi dalla
polizia locale e dall'ambasciata giapponese a Manila.
Il 27 maggio scorso, alcuni diplomatici giapponesi e molti
giornalisti erano accorsi nella città portuale di General
Santos, nell'isola di Mindanao, per incontrare due presunti
soldati giapponesi ignari della fine della guerra e ancora
fedeli alla consegna di contrastare l'avanzata delle truppe
americane del Generale MacArthur.
Ma fino a lunedì scorso, tre giorni dopo che i funzionari
dell'ambasciata giapponese incaricati degli accertamenti erano
arrivati a General Santos, nessuno si era ancora presentato;
inoltre, le dichiarazioni del sedicente intermediario nipponico
- che aveva promesso di portare in città i due veterani
ottuagenari - erano risultate confuse e contraddittorie.
Martedì, però, sarebbe saltato fuori un terzo uomo. Alcuni
membri di una tribù locale hanno infatti portato a Manlungong
un vegliardo - questa volta in carne ed ossa - affermando che si
trattava di un soldato giapponese lasciato indietro durante la
guerra.
«Abbiamo il forte sospetto - ha dichiarato Robert Kunisala,
a capo dell'intelligence della polizia regionale - che si tratti
di un altro sbandato». Kunisala ha ammesso che alcuni
giapponesi hanno «effettuato prelievi di saliva e di capelli su
un uomo di 86 annì, proveniente da una tribù delle montagne
Magolo, ma ha escluso che possa trattarsi di un giapponese in
base all'aspetto fisico.
Alcuni membri della tribù B'laan hanno spiegato che l'uomo,
quando si era unito a loro 60 anni prima, si faceva chiamare
Uchi; ma secondo i giornalisti della Reuters che l'hanno
incontrato, Tenglo Tali (il suo nome attuale) non parla
giapponese e si esprime solo nel dialetto locale.
Secondo la stampa giapponese, i due presunti veterani
nascosti nelle foreste di Mindanao. che nessuno ha mai visto,
potrebbero essere Yoshio Yamakawa. 87 anni, e Tsusuki Nakauchi,
85, entrambi della 30/a divisione dell'esercito imperiale.
L'ambasciata giapponese a Manila non ha mostrato particolare
interesse per la vicenda.
«Un rappresentante da Tokyo è tornato a casa, e nessuno del
personale dell'ambasciata rimane a General Santos City», ha
dichiarato un funzionario politico dell'ambasciata.
(ANSA-REUTERS).

giovedì, giugno 02, 2005

MINISTRO CALDEROLI CI FACCIA UN PIACERE, SE NE VADA

Il ministro Roberto Calderoli sulla festa del 2 giugno: "non c'è nulla da festeggiare. Personalmente non ho mai sentito questa festa del 2 giugno, ma chi dice di sentirla davvero avrebbe dovuto presentarsi con il segno di lutto al braccio, non soltanto per i nostri poveri caduti a Nassiriya, ma perchè un Parlamento, con il suo voto favorevole alla Costituzione europea, ha espropriato il diritto del popolo a potersi esprimere attraverso il referendum e, vilmente e surrettiziamente, ha ceduto la cosa più intangibile di un popolo: la sua sovranità. Berlusconi sulla questione dell'Europa avrebbe avuto la possibilità di mettersi dalla parte del popolo, cui dice di tenere sopra ogni cosa. E il popolo, se si sentisse da lui rappresentato e difeso contro l'euro e contro questa Europa, sarebbe tutto dalla sua parte. Bossi tempo addietro ha detto che Berlusconi aveva l'opportunità di essere il nuovo Carlo Magno. Oggi ho paura che il premier abbia davanti una duplice scelta: diventare Carlo Magno o fare il Badoglio".

Ma perchè la Lega non perde mai un'occasione per mostrare la parte più becera del proprio essere?

Ministro Calderoli, non ritiene opportuno festeggiare la Repubblica Italiana? Preferirebbe una bella festa celtica in riva al Po per celebrare la sacra Padania? Faccia pure, ma prima si dimetta da ministro, restituisca le centinaia di migliaia di euro che noi italiani le paghiamo per stare al governo e si ritiri in qualche vallata bergamasca a progettare la guerra di liberazione del nord.

CON MAC NON ACCADE...

Notizia beccata navigando in internet:
"Accade in Ucraina. La Microsoft aveva organizzato in un centro convegni un incontro per parlare di Shared Source. L'Ucraina, per la Microsoft, è un nuovo mercato in espansione e bisognava fare bella figura. Da un computer Windows hanno lanciato una presentazione in Power Point, ma la macchina si è inchiodata. E non si è riusciti a farla ripartire. Poteva finire in tragedia se non fosse arrivato un portatile con sistema operativo Linux e Open Office come software di gestione".
Chissà perchè, ma non sono stupito. Con Windows sai sempre quando apri un programma, ma non sei mai sicuro di portare a termine quello che stai facendo. Ho perso il conto degli articoli bruciati da messaggi del tipo "il programma ha eseguito un'operazione non consentita" seguiti dalla inesorabile perdita di tutti i dati. E il tutto senza aver fatto assolutamente nulla di particolare a parte aver acceso il computer e, forse, avvicinato la sedia alla scrivania. Condanne a morte inappellabili per ogni lavoro.
Con Mac questo non accade, per foruna.