lunedì, ottobre 31, 2005

TREVISO&TIFOSI: I CONTI NON TORNANO

Il Treviso non riesce proprio a sfondare, in nessun senso. Lasciamo perdere i risultati agonistici: sono quello che sono e non ci si poteva aspettare molto di più. Ripensandoci oggi viene però da ridere nel ricordare che, durante la presentazione della squadra in Piazza dei Signori, il presidente della Provincia Leonardo Muraro urlò al microfono agitando una sciarpa biancoceleste capovolta: "Siamo da coppa Uefa!". Come no. Ma non volevo parlare di questo. Il Treviso, dicevo, non riesce a sfondare nemmeno nei cuori dei trevigiani, il Tenni infatti presenta sempre larghissimi vuoti.
La soglia dei 5000 tifosi per partita è una chimera, sono sempre di meno anche se qualcuno vuole fare il furbo. E mi spiego subito. A fine partita ai giornalisti viene consegnato il numero degli spettatori presenti sugli spalti, un foglietto in cui sono riassunti spettatori paganti, incasso, numero degli abbonati. Sommando gli abbonati ai paganti si ha il pubblico totale. Bene, per Treviso-Siena sono entrati allo stadio 1.636 spettatori paganti e 2.749 abbonati (sempre che siano venuti tutti). Totale: 1.636+2.749=4.385. Una miseria e quasi quattrocento in meno rispetto alla partita con l'Empoli.
Ma, evidentemente, al Treviso Calcio la matematica è un'opionione visto che la voce "Totale spettatori" dice 5.068, ovvero di poco sopra la soglia dei 5000. Le ipotesi sono varie:
1) Sono stati calcolati anche gli accrediti, cosa mai successa prima e infatti la voce "accrediti" non compare nel foglio riassuntivo. Ipotesi poco credibile.
2) Il cassiere ha bisogno di una calcolatrice nuova.
3) E' meglio dare ai giornalisti, che in genere copiano i totali dando per scontato che siano giusti, cifre che provino la presenza di almeno 5000 spettatori in uno stadio da 10.000 posti. E' meno umiliante che ammettere di non riuscire a riempire nemmeno metà dell'impianto. Oppure c'è qualche altra ragione magari più "economica".
Ma non voglio essere malizioso....

domenica, ottobre 30, 2005

RIPARTIAMO DA QUI

Ragazzi che tuonata! Era da tempo che non vedevo la Juve prendere tre pappine e subire così. Vabbè, prima o poi una sconfitta in campionato doveva arrivare, peccato sia successo col Milan. Cancelliamo tutto e ripartiamo dalle parole di Capello e Moggi a fine partita:
"Stasera mi sono accorto di avere una squadra fortissima - afferma Capello - non lo dico per tirare su il morale, ma ai ragazzi farò i complimenti: a me la Juve è piaciuta".
Luciano Moggi. "Nessun dramma - dice il manager - siamo sempre primi in classifica. La sconfitta per 3-1 ci fa bene, se era per 1-0 era peggio... Merito al Milan che ha fatto una bella partita, maschia, ha voluto il risultato a tutti i costi al contrario di noi che siamo arrivati in campo pensando di essere i più forti. Comunque la Juve si arrabbia quando perde queste partite e sarà più forte di prima".

sabato, ottobre 29, 2005

INTER, BUONO PER COSA?

Colloquio riportato da l'Espresso tra un tifoso dell'Inter e il presidente Moratti.
Sotto la sede della società nerazzurra: "Presidente, allora questo sarà l'anno buono?".
Moratti: "Buono per cosa?".

LENTO&ROCK

Tanto per non essere da meno rispetto a tutti quei mezzi di informazione, giornalisti, opinionisti e via dicendo che, dopo aver visto Celentano in televisione, si sono messi a fare le classifiche tra ciò che è lento e ciò che è rock, pure io voglio dire la mia.
Un mio amico che, con ammirevoli sforzi, sè accollato un bel mutuo per pagarsi la casa è rock;
Un noto piazzarotto trevigiano che ha chiesto un prestito in banca per pagare i posti riservati in discoteca è lento, molto lento.

giovedì, ottobre 27, 2005

IL MEDIO DI S.B

Ok, ci siamo arrivati. S.B se la gode e ammette di avercelo messo in quel posto. E ne fa uno slogan (da Repubblica.it).
"Il premier Berlusconi con il dito medio alzato che fa da asta per la bandiera di Forza Italia e la scritta «in medio stat virtus». E' questo uno cartelloni politici per la campagna elettorale di Forza Italia per le comunali di Bolzano del 6 novembre, ideato dalla coordinatrice e capolista Michaela Biancofiore".

ROMA QUASI COME IL MILAN

Ragazzi la Roma c'è andata vicina, molto vicina. Ha rischiato di eguagliare, e caso mai fare anche meglio (cioè peggio), del Milan contro il Liverpool. In vantaggio per 3-0 contro l'Inter si è fatta recuperare fino al 3-2 e poi ha sudato freddo fino all'ultimo. Per fortuna certe imprese riescono solo alle grandi squadre...

LIBRI E CLASSIFICHE

Repubblica.it ha dato il via ad un'iziativa curiosa, di quelle che stuzzicano. Prendendo spunto da una maratona letteraria in svolgimento a New York, dove centinaia di persone di tutti i tipi e di ogni condizione economica si alternano su un palco indicando il libro che ha cambiato la loro vita e leggendone alcuni brani, il giornale on-line ha lanciato un sondaggio: quale libro ha cambiato la vostra vita?
Non mi interessa partecipare ad un forum di questo tipo ma, visto che ho un blog, rispondo lo stesso ma su uno spazio del tutto personale. Con una premessa: impossibile indicare un solo libro. Io ne citerò tre alla rifunsa ma in realtà sono molti di più: Il Signore degli Anelli di Tolkien, Un anno sull'altopiano di E. Lussu, Se questo è un uomo di Levi.... Vabbè ne aggiungo altri due (tanto il blog è mio, no?): Storia di una sconfitta di B. H. L. Hart (la seconda guerra mondiale vista con gli occhi dei generali tedeschi), tutti i libri di J. Herriot veterinario inglese capace di raccontare lo spirito delle piccole cose e della gente comune.
Ok, i titoli elencati sono anche più di cinque (Herriot na ha scritti una decina e in più ci aggiungerei anche i meravigliosi racconti di Mario Rigoni Stern) e non sono nemmeno certo che ci siano tutti quelli veramente importanti per me. Anzi, di sicuro la lista degli esclusi è lunghissima. Ma come si fa ad elencarne una sola manciata? Quello che mi ha colpito da adolescente adesso mi dice poco; quello che leggo adesso anni fa non l'avrei mai aperto; impossibile fare una vera classifica.
Ma tanto è un gioco.

martedì, ottobre 25, 2005

JUVE: NOVE PALLONI D'ORO

Non vorrei dire, ma ben nove giocatori della Juve su undici titolari sono in lizza per vincere il pallone d'oro. Nessun'altra squadra ne ha tanti, nemmeno il super Milan delle mille coppe, coppette e coppe del nonno. Buffon, Thuram, Cannavaro, Emerson, Viera, Nevded, Camoranesi, Ibrahimovic e Trezeguet: all'appello mancano solo Zebina e Zambrotta (che pure nella lista dei 50 migliori d' Europa ci starebbe bene). Vediamo come andrà a finire, io punto su Ibra.

lunedì, ottobre 24, 2005

ALLAH, LA TIGRE E LA NEVE

"Il mondo è nato senza l'uomo e senza l'uomo morirà".
"Pregare Allah? Ma come? Conosco solo il Padre Nostro, e in italiano...Vabbè, Allah, non sarà un problema, vero?".
Due frasi liberamente tratte (nel senso che non metterei la mano sul fuoco giurando di aver ricordato esattamente ogni parola, ma non ci sono andato molto lontano...) dall'ultimo fim di Benigni "la tigre e la neve". Film che mi è piaciuto moltissimo.
Pregare Allah con il Padre Nostro, concetto splendido e commovente.

venerdì, ottobre 21, 2005

GERMANIA-ITALIA: SENZA PARAGONI

Quarantamila spettatori di media, 92% dei posti presenti negli stadi occupati per ogni partita, biglietti tre o quattro volte meno cari di quelli italiani, un campionato che scoppia di salute con una grande lotta al vertice e partite trasmesse in televisione in continuazione: questi i numeri della Bundesliga tedesca. Monaco si gode il suo nuovo stadio, completamente coperto, dotato di ogni tipo di servizi compresi 11mila posti auto tutti interrati. Il costo del biglietto? Non so quelli di curva, ma i posti più pregiati e più cari non superano i 50 euro.
Non farò paragoni con un altro campionato governato dagli interessi delle Tv, dove le società non sanno fare marketing, non sanno vendere il loro prodotto, dove gli stadi sono sempre più vuoti e i biglietti sempre più cari (un esempio? A Treviso, stadio Tenni, per un biglietto di tribuna centrale coperta ci vogliono 150 euro...).

giovedì, ottobre 20, 2005

CHISSA' COSA NE DICE SALMASO....

Secondo me lo si potrebbe consigliare tranquillamente anche al nostro comandante dei vigili Danilo Salmaso. Ecco cosa hanno pensato a Città del Messico per risolvere alcuni tragici problemi di traffico (fonte Reuters):
A Citta' del Messico e' partita una campagna per tentare di regolarizzare il traffico automobilistico della citta'. In particolare e' sotto accusa l'usanza di parcheggiare in doppia fila e pagare bustarelle ai vigili urbani per chiudere un occhio.

La campagna consiste in cartelli con stampato il volto di Madre Teresa di Calcutta che dice "Diavolo, non date bustarelle", o Saddam Hussein che dice "Non parcheggiate in doppia fila, potreste provocare caos", fino a bin Laden che consiglia di usare le strisce pedonali perche' "Mi preoccupo per la vostra vita".

FURORI DI CHAMPIONS

Ottimo turno per le squadre italiane impegnate in Champions: la Juve ne becca 2 a Monaco di Baviera, segna il gol della bandiera con Ibra ma rosica per una partita giocata malissimo e per una papera gigantesca di Abbiati (Buffon, ma quando torni?). L'Inter ne prende altri 2 a Oporto e ringrazia il suo vip in panchina per aver mandato in campo una formazione del tutto sgangherata. Il Milan non va oltre lo 0-0, a San Siro, contro un modestissimo Psv e perde pure Sheva per infortunio. L'Udinese, alla fine, è che quella che ne esce meglio di tutti pareggiando in casa per 1-1 contro i tedeschi del Werder Brema ma almeno provando a vincere.
Bella figura, meglio tornare al campionato, va...

DONNE AL VOLANTE IN ARABIA SAUDITA?

Presto anche le donne dell'Arabia Saudita potranno avere la patente. Il paese musulmano più integralista del mondo, molto più di certi paese "piallati" dalla bombe americane dispensatrici di democrazia (e i terroristi dell'11 settembre? Quasi tutti sauditi...), si appresta a varare una riforma senza precenti: consentire alle donne di prendere in mano un volante. E perchè lo fa? Perchè, con estremo ritardo, sta prendendo forza una corrente riformatrice per l'uguaglianza dei diritti? Perchè sta avvenendo una presa di coscienza collettiva e il paese si sta avviando verso una democrazia vera? Assolutamente no. Molto più banalmente perchè gli importatori di auto, soprattutto tedesche, si aspettano un raddoppio del mercato della quattro ruote....Altro che teocrazia, altro che religione. Da Repubblica.it:

La patente auto per le donne è solo "questione di tempo" in Arabia Saudita. Il regno dell'islam più integralista del mondo, l'unico paese dove al sesso femminile è proibito impugnare un volante sta per fare inversione a U. In primavera una proposta di legge era approdata in parlamento, aprendo la strada alla patente rosa. L'autore della bozza normativa era stato sommerso dalle critiche e non erano mancate per lui anche minacce di morte. Ma ora arrivano segnali che vanno in senso opposto. A inviarli è proprio il settore dell'industria automobilistica, forse il più affidabile in una corte reale permeata dal silenzio e dalla formalità. Un'indagine condotta dal quotidiano arabo Asharq al-Awsat (scritto a Londra ma finanziato principalmente con fondi sauditi) tra una serie di analisti finanziari di Gedda e Riad ha rivelato che gli importatori si aspettano come minimo un raddoppio del parco auto. Gli esperti di marketing e pubblicità stanno mettendo a punto dei piani adeguati per catturare il pubblico femminile. "Molte aziende e molti investitori si stanno preparando alla competizione per guadagnare la maggior quota di mercato possibile in Arabia Saudita", ha confermato al quotidiano Muhammad Uajih Asharbatly, vicepresidente della ditta di importazione auto Samako, che opera soprattutto con aziende produttrici tedesche. Fra le innovazioni studiate per il pubblico femminile ci sarebbe un freno elettromeccanico che si aziona premendo un bottone. Un congegno molto sensibile per il quale non è necessario avere forza nei muscoli.
Nonostante non abbiano il permesso di guidare, le saudite sono considerate responsabili della metà degli incidenti stradali che si verificano nel regno. Un paio di mesi fa il governo di Riad aveva diffuso un rapporto sui rischi del traffico. Ebbene, le donne erano considerate il rischio per la sicurezza numero uno, essendo colpevoli di spalancare le portiere avventatamente, di attraversare la strada senza guardare (ma forse la responsabilità è anche del velo) e di distrarre il marito alla guida con alterchi su questioni futili. La legislazione saudita non prevede un vero e proprio divieto di guidare per le donne (tant'è che le linee aeree del regno hanno una donna pilota). Semplicemente, non è previsto che individui diversi da quelli di sesso maschile richiedano la patente.

mercoledì, ottobre 19, 2005

TRAVAGLIO&BERLUSCONI

La rubrica di Marco Travaglio "Carta Canta" su Repubblica.it è quanto di meglio si possa trovare per capire la pochezza dei nostri politici e la demagogia delle loro parole. Oggi "rubo" a Travaglio una dichiarazione di Berlusconi datata 14 settembre 2000, ma potrei fare la stessa cosa con gli altri leader del centrosinistra. Travaglio ha un archivio sterminato che incuteva timore anche ad uno come Indro Montanelli.

"Quando in una democrazia la maggioranza approfitta dei propri numeri per calpestare la minoranza, si è dinanzi a un classico esempio di dispotismo. La maggioranza potrebbe approvare una legge con cui si dispone che le tasse vengano pagate solo dalla minoranza. Questo è all'apparenza democratico, mentre la sostanza è dispotica. Sono certo che il capo dello Stato non potrà mettere la sua firma su una legge che sostanzia quello che si chiama nei testi di politica il dispotismo, la tirannia della maggioranza, che si ha quando la maggioranza, anziché, come si deve fare in un sistema democratico-liberale, tutelare i diritti della minoranza, li calpesta e fa con i propri numeri una legge che avvantaggia se stessa e svantaggia l'opposizione" (Silvio Berlusconi, Ansa, 14 settembre 2000).

lunedì, ottobre 17, 2005

CULTURA SPORTIVA

Decreti anti-violenza, controlli dentro e attorno agli stadi, impianti di videosorveglianza, zone di sicurezza, biglietti nominali, pene più o meno severe, polizia schierata in assetto di guerra. Risultato? Oggi ad Ascoli una donna ha rischiato la vita perchè colpita da un razzo da segnalazione navale sparato da un curva all'altra. Adesso per giorni sentiremo analisi, critiche, accuse, moralismi. Per me il problema è uno solo: culturale. Nel nostro paese, che la cultura l'ha praticamente inventata, non c'è cultura sportiva, soprattutto nel calcio. Non esiste. Lo stadio è visto come zona franca dove poter fare quello che si vuole, quello che non è consentito fuori (chi sparerebbe un razzo o accenderebbe un fumogeno in piazza o per la strada?), la partita come pretesto per lo scontro. La sconfitta non viene accettata, mai, e il pareggio sopportato. La vittoria esaltata. E non ci sono leggi che potranno cambiare questo modo di pensare. Purtroppo.

domenica, ottobre 16, 2005

SVARIONI E PICCOLE LITI TREVIGIANE

Due osservazioni, così per sorridere un po', su alcune chicche riportate oggi dai due naggiori quotidiani locali. Da giorni, tra Tribuna e Gazzettino, imperversa una "guerra" a suon di slogan pubblicitari. Oggetto del contendere: il prezzo. Il Gazzettino, come molti altri quotidiani, ha aumentato il costo di una copia del giornale ad un euro. La Tribuna e le sorelle Mattino e Nuova Venezia (gruppo Finegil) sono invece rimaste a 90 centesimi e non si sono fatte scrupolo di sottolinearlo abbondantemente ai lettori.
A Mestre, sede del Gazzettino, non devono averla presa bene e sono passati al contrattacco. Dai qualche giorno l'ultima pagina dell'edizione locale recita: "Prima de parlar...t@si. Molti giornali hanno deciso già da tempo di far pagare al loro visitatore l'accesso alle notizie. Il Gazzettino informa gratuitamente su internet sin dal 2000". Stoccatina contro i quotidiani Finegil che hanno messo i loro siti a pagamento. Cosa avrà più peso per il lettore? L'aumento del prezzo del giornale o il libero accesso all'informazione on-line?
Svarione invece in Tribuna dove a pagina 21 spicca un'intervista a Claudio Coldebella, campione trevigiano di basket in forza all'Olimpia Milano, con tanto di foto. Peccato che, nonostante la didascalia dica "Claudio Coldebella", il giocatore immortalato sia Gianluca Basile con la maglia della Fortitudo Bologna. Coldebella, che per anni è stato una bandiera della Virtus Bologna, sarà felicissimo....

DUBBI DA PRIMARIE

Tempo di primarie, la novità dell'anno. Oggi chi appoggia il centrosinistra può andare a votare e scegliere il candidato alla carica di premier da contrapporre a S.B. Sulla carta una buona cosa, negli Usa è una prassi consolidata e il giorno delle primarie è importante quasi quanto quello delle elezioni vere e proprie. In Italia invece sono una farsa. Si fanno le primarie, con ben sette candidati tra cui qualche nome francamente improponibile come Clemente Mastella, ma da mesi tutti trattano Prodi come il leader già scelto. Prodi, appoggiato da Ds e Margherita, ha iniziato la campagna elettorale per le politiche, non per la selezione all'interno della coalizione. Alla fine queste primarie, più che a scegliere un candidato, sembrano servire solo ai vari partiti per misurare la propria forza nei rapporti con gli alleati. Una pagliacciata indolore: del resto perdere nelle primarie-farsa fa meno male che perdere alle elezioni.
Sento miei amici e persone a me care entusiaste, affascinate da candidati nuovi come Ivan Scalfarotto, uomo uscito dal nulla che con un'intelligente campagna on-line e con l'aiuto di un gruppo di amici è riuscito a raccogliere le firme necessarie per partecipare. Non ho nulla contro Scalfarotto ma, francamente, se dovessi andare a votare, non lo farei per lui. Non so neanche per chi, forse per Prodi, ma lo dico così , tanto per fare un nome. Il fatto è che queste primarie-farsa non mi piacciono proprio, fatte così le ritengo inutili e dannose.
Pongo un quesito: e se alla fine il candidato più votato dovesse essere Mastella (ogni tanto dì qualcosa di sinistra Clemente, sù, dai: una sola, non di più...)? Orrore: le primarie-farsa si trasformerebbero nelle primarie-disastro. Un inutile e incredibile suicidio per tutto il centrosinistra, un'ipotesi da far tremare i polsi.
Infine: ma con il sistema proporzionale ha ancora un senso votare per le primarie? Altro quesito: in un sistema proporzionale Prodi e Scalfarotto dove li mettete? In quale partito? In quale lista in grado di raccogliere almeno il 2% alle politiche? una Lista Prodi ce la farebbe anche, una Lista Scalfarotto ho qualche dubbio in più.
Insomma le primarie-farsa di oggi le considero solo un gran pasticco e non so se ci metterò dentro le mani. Forse sbaglio, sicuramente sì. Ma non so proprio se andare a votare. Certo che se penso a Mastella leader.... dove ho messo la mia scheda elettorale?

sabato, ottobre 15, 2005

IL PPI DELL'ORTICA

"Secondo me il Ppi deve confluire al più presto nel Ppe, partito popolare europeo". Questa, parola più parola meno, una parte dell'intervento dell'ex assessore comunale Letizia Ortica nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova sede del Veneto per il Partito Popolare Europeo, movimento fondato da Giorgio Carollo. La Letizia, come al solito, si è lanciata a capofitto in un argomento che conosce a spanne, un tanto al chilo. E volendo ribadire il concetto di Carollo che il Ppe deve essere la casa dei moderati compresa Margherita e Udeur, ha aggiunto "anche il Ppi". Qualcuno spieghi alla cara Letizia che il Ppi si è ormai sciolto da anni, confluito nella Margherita. Però, se lei lo vuole riportare in vita...si sa, in politica tutta è possibile.

venerdì, ottobre 14, 2005

TENNI DOLCE TENNI, MA QUANTO MI COSTI?

"Un giorno, ad agosto, abbiamo incontrato il direttore generale del Treviso Giovanni Gardini e il presidente Ettore Setten e gli abbiamo chiesto se volevano tenere la squadra al Tenni oppure andare a Padova, hanno risposto di voler rimanere a Treviso. E noi ci siamo mossi lavorando per questo. Poi che nessuno della società ci abbia mai chiamato, che nessuno abbia mai espresso un qualsiasi tipo di sostegno e che alla fine, quando ormai era tutto fatto per il ritorno al Tenni, abbiano perfino detto di voler andare a Monigo, è un altro paio di maniche. Ma lasciamo stare, oggi festeggiamo e basta".
Così un paio di leghisti hanno commentato la notizia dell'approvazione delle legge che consente al Treviso (e ad altre piccole squadre) di poter disputare gli incontri di serie A nel proprio impianto. Il comportamento della società non è piaciuto e, del resto, le gaffe commesse sono state troppe. Prima il presidente Setten in una lettera dà del "volgare" del "teatrante" al vice sindaco Gentilini per scusarsi con Adriano Galliani dopo la sceneggiata dell'Euganeo durante Treviso-Milan; poi le scuse di Setten a Gentilini per i toni offensivi utilizzati in una lettera che doveva rimanere riservata me che è finita dritta nel sito del Milan; poi l'inspiegabile uscita del vice presidente Giangiuseppe Lucchese che chiede di andare a giocare a Monigo quando ormia la strada per tornare al Tenni è spianata e per farlo convoca anche una conferenza stampa; infine, come segnala Nietzsche, il sito del Treviso che ignora l'approvazione della legge che riporta la squadra a casa. E ci aggiungo pure la risibile rettifica comparsa sempre sullo stesso sito due giorni dopo l'uscita di Lucchese. L'ufficio stampa, accortosi con ammirevole tempismo della clamorosa gaffe, ha precisato che in premessa Lucchese aveva ben specificato che quella era solo un'idea. Come se cambiasse qualcosa! Come dicono i saggi: pejo el tacon deo sbrego...
Posso dare una mia interpretazione a tutto questo? Non credo che il Treviso sia proprio felicissimo di tornare a casa. Lo sono di certo i giocatori e l'allenatore; meno entusiasti invece i dirigenti, almeno alcuni. Facendo due conti si scopre che la società, a quanto sembra (se mi sbaglio ditemelo che rettifico) andrebbe a perdere un mucchio di soldi nel tornare in uno stadio da 10mila posti. E non parlo di incassi, parlo di diritti Tv suddivisi dalla Lega per le squadre medio-piccole (le grandi trattano su un altro livello) in base alla capienza dello stadio: passare da 20mila posti alla metà è un bel salto indietro. Inoltre, sempre per motivi di capienza ridotta, il Treviso dovrà quasi raddoppiare la quota di incasso delle partite casalinghe da cedere alla squadra ospite: si passa dal tradizionale 18% al 36%. Questo tutti lo sanno ma nessuno lo dice apertamente. Idem per i commenti dei politici: nessun leghista dirà mai quello che pensa dei dirigenti del Treviso, almeno non lo farà se non davanti un calice di prosecco sorseggiato in una delle osterie più frequentate da assessori, consiglieri, parlamentari...

NAUSEA PROPORZIONALE

Giornata parecchio incasinata oggi, sono arrivato a sera (tarda) stracotto. Non tanto però da non provare un senso di nausea nel vedere cosa ha combinato il nostro amato Parlamento: la Camera ha approvato la nuova legge elettorale che reintroduce il sistema proporzionale. Non ci posso credere. Ad inizio anni '90 abbiamo votato un referendum popolare per eliminare il proporzionale, sistema che si presta a vari giochetti di bassa politica in grado di bloccare un paese come il nostro, e passare al maggioritario. Adesso, senza consultazione popolare (tanto il popolo è bue per definizione, no?), si torna indietro. Perchè? Ma perchè l'attuale maggioranza si sente in pericolo, teme di non riuscire a vincere la prossime elezioni e quindi cambia le regole del gioco a gioco in corso. Tipico di Berlusconi e della sua banda. E chi ieri era il paladino del maggioritario (vero Fini?) adesso si scopre estremo difensore del proporzionale. tipico: tutto pur di non perdere la poltrona.
Devo dire che, certe volte, lo sconforto per come vanno le cose in questo paese, che si perde dietro fesserie galattiche come le liti Albano-Lecciso e non muove un dito per preservare un minimo di dignità istituzionale, è grande. Troppo grande.

martedì, ottobre 11, 2005

CORRIERE NELLA MORSA DELL'INPGI

Allarme al Corriere Veneto. In questi giorni le redazioni sono sottoposte ad un capillare controllo degli ispettori Inpgi. L'istituto di previdenza ha il sospetto che il giornale utilizzi dei collaboratori come se fossero redattori ma senza pagare i contributi. In soldoni, ma il discorso dovrebbe essere più lungo e articolato, la storia è questa. La mia solidarietà va ai colleghi del Corriere per due motivi:
1. La più totale avversione e antipatia che suscita in me la sola parola "Inpgi", soprattutto "Inpgi 2" emanazione del primo ma comunque un istituto nato per vessare chi non ha un contratto e nessuna garanzia, ma che è costretto però a pagare contributi altissimi ogni anno versandoli di tasca propria. Sono d'accordo con la legge che obbliga tutti ad avere una cassa previdenziale, ma non sono d'accordo col fatto di dover per forza versare i miei soldi ad un istituto che preleva cifre altissime (un giornalista free lance paga contributi più alti rispetto ad un architetto libero professionista pur guadagnando di meno, e questo è solo un esempio) ed è pronto a staccare multe altissime per ogni minimo ritardo. Visto che i contributi devo pagarmeli da solo, visto che non ho diritto a nulla, perchè non posso essere libero di scegliere il fondo pensione che voglio, ai tassi che voglio e con i versamenti che voglio? Perchè nel mondo del giornalismo chi non ha contratto ha solo doveri e nessun diritto?
2. In genere queste ispezioni finiscono in maniera drammatica per i collaboratori. L'Inpgi accerta che il giornale si serve di non contrattualizzati per svolgere delle mansioni da redattori e (come al solito) stacca una multa. L'editore paga, poi però penalizza i collaboratori togliendo spazi, riducendo i carichi di lavoro e di conseguenza i compensi. Ma non assume nessuno creando un danno anche ai redattori costretti a ritmi forsennati per chiudere il giornale. E così il povero collaboratore si ritrova l'unico ad essere veramente penalizzato. E' successo in altri giornali, mi auguro che non capiti anche al Corriere. Ma sono pessimista.

lunedì, ottobre 10, 2005

AMICI, GIORNALISTI E BLOG

Strano il mondo. Per anni non hai più notizie di una persona e poi te la ritrovi a commentare lo stesso blog. Mi è capitato di recente con un amico del liceo perso di vista da almeno dieci anni e ripescato nel bel mezzo di una discussione su un noto blog. Adesso so che vive e lavora a Parigi e nel tempo libero gioca a rugby (e un paio di volte è venuto a trovarmi in questo piccolo spazio). E non finisce qui. Un altro amico che non sentivo da un p' di tempo, qualche mese, me lo ritrovo come autore di un blog. Altra ottima notizia, adesso ci sentiremo più spesso. INfine l'ultima news una notissima firma del giornalismo trevigiano ha aperto un suo blog. Benvenuto nella blogsfera Toni!!

domenica, ottobre 09, 2005

PANTERA: BURLA CI COVA?

Sta diventando interessante la vicenda della pantera nera di Follina. Dunque, ricapitoliamo: è stata avvistata da un cacciatore che l'ha pure filmata da lontano; è stata vista da breve distanza da un signore nel cimitero di Miane; un cane della zona è tornato a casa con strane ferite, forse artigli; una signora ha chiamato il 113 dicendo che la pantera si chiama Enza, è buonissima e appartiene ad una famiglia di Feltre attualmente in vacanza in Brasile. Ogni cosa insomma fa pensare che, questa volta, sia tutto vero.
Se permettete, io rimango molto scettico. L'ufficiale della Guardia Forestale incaricato delle "indagini" continua a ripetere che non è stata trovata alcuna traccia. E' questo è un particolare non da poco: sembra quasi impossibile che in mezzo a tutti questi indizi non ci sia nemmeno un'orma, dei rami spezzati, dell'erba schiacciata, dei resti di piccole prede divorate, delle tracce organiche. Niente. "Sembra che voli", ha detto la Guardia Forestale. Dato per scontato che le pantere non volano (almeno fino a nuovi avvistamenti) non mi sposto dalla mia idea: burla ci cova?

sabato, ottobre 08, 2005

CON UN CALCIO COSI'....

Ci mancava solo questa: il decalogo del calciatore islamico. In realtà si tratta di una vera e propria fatwa emessa nel 2003 contro il mondo del calcio e pubblicata in agosto dal quotidiano arabo Al Watan. Ad avere la brillante idea il teologo saudita Abdallah Al Najad, che ha voluto fissare le regole per ogni buon musulmano interessato a scendere in campo. Regole che devono essere del tutto differenti da quelle occidentali. Eccole:
1) Le parole "fallo", "gol", "corner" sono vietate perchè inventate dai miscredenti.
2) E' necessario cambiare la forma delle porte eliminando la traversa.
3) Il campo non deve essere delimitato da linee bianche.
4) Le squadre non devono essere di undici giocatori: o di più o di meno.
5) Giocare per accrescere la forza in vista della jihad: non dividersi in due squadre e non rispettare la regola dei 45' minuti per tempo.
6) Proibito guardare le partite. Va bene giocare per rafforzarsi fisicamente.
7) Chi commette un fallo deve essere giudicato soltanto dalla legge islamica, l'arbitro non serve.
8) Se una finale termina in pareggio niente supplementari o rigori.
9) Vietato entrare in campo con magliette e pantaloncini: si devono usare tuniche o vestiti normali.
10) E' vietato abbracciare chi infila la palla "tra i pali".

E noi ci facciamo tanti problemi per cambiare la regola del fuorigioco.....

venerdì, ottobre 07, 2005

L'EPO DEL CAMPIONE

Legalizzare l'Epo. E' quello che chiede Bode Miller, vincitore dell'ultima Coppa del Mondo di sci e oro in discesa e SupeG ai Mondiali della Valtellina dello scorso febbraio. Lo dice in un'intervista rilasciata a Ski Racing apparsa sul sito internet della rivista e ripresa dal sito italiano di Sport Italia. Miller si chiede perché le sostanze che fanno aumentare le prestazioni agonistiche siano considerate proibite, affermando invece che aiutano la sicurezza degli sciatori stanchi. Miller, possibile grande personaggio delle Olimpiadi di Torino 2006, crede che anche una sostanza come l’eritropoietina possa portare ossigeno al cervello di uno sciatore combattendo in questo modo la stanchezza che deriva dallo scendere sui pendii più difficili della Coppa del Mondo a oltre 150 km/h. “Mi meraviglia che l’Epo sia considerata illegale - dice Bode - poiché nel nostro sport sarebbe opportuno prendersi il minimo dei rischi. L’Epo aumenterebbe la sicurezza degli atleti e diminuirebbe la possibilità di errore da parte loro e di conseguenza il rischio di ammazzarsi”.
Miller, il primo a partecipare a tutte le gare di Coppa del Mondo per tre anni consecutivi, dice che l'abilità dello sciatore di prendere delle decisioni in frazioni di secondo diminuisce mano a mano che si avvicina il traguardo. “Il nostro cervello comincia a rallentare le sue funzioni perché è come se durante una discesa noi trattenessimo il respiro per due minuti, quindi le sue capacità di prendere decisioni immediate vengono seriamente danneggiate”. Sempre a Ski Racing, un'esponente della Fis, Sarah Lewis, ha dichiarato invece che l'uso di sostanze proibite è truffaldino e può danneggiare la salute degli atleti.

Domanda: quindi, siamo proprio arrivati a questo? E' i sani principi dello sport dove sono finiti? Irrimediabilmente dispersi sotto una montagna di soldi?

mercoledì, ottobre 05, 2005

NON INGERITEVI...

"....il Comandante dei Carabinieri di Treviso che ha voluto porgere le proprie scuse per l’incoveniente accorso, spiegando che non era intenzione da parte dell’isituzione armata di ingerirsi nei rapporti tra Provincia e Prefettura".

Righe tratte da un comunicato stampa delle Provincia di Treviso firmato dal presidente Leonardo Muraro, inventore del linguaggio noto come "murarese". Si è preoccupato di informare che il comandante dei carabinieri non ha voluto "ingerire" i rapporti tra Provincia e Prefettura. Meno male: e se poi non li digeriva?

UN PO' FELINO, UN PO' CANE...

"Arriva l'autunno è cominciano a spuntare pantere e pitoni...Ha mai fatto caso? In questa stagione i boschi delle nostre colline e montagne si riempiono di rompicoglioni che vanno a funghi, a caccia, a frutti di bosco. Gente che normalmente, in un bosco, non ci mette mai piede. Questi arrivano e cominciano a vedere strani animali che si muovono di nascosto, tracce che non conoscono, predatori esotici....E noi dietro, obbligati a controlli che non portano a nulla". Così un agente della Guardia Forestale commentando l'ennesimo avvistamento di una presunta pantera (ovviamente nera, altrimenti che pantera sarebbe?) nei pressi di Follina. Poi, pantera: per la Tribuna è una lince (almeno all'inizio), il Gazzettino propende per l'ipotesi pantera, per l'Ansa invece è un animale "di dimensioni all'incirca simili a quelle di un cane robusto, tipo pastore tedesco, ma forme e movenze più vicine a quelle di un felino" (cane felix l'ha ribattezzato un amico come Nietzsche). Qui burla ci cova?

COCO-CAPELLO

A metà pomeriggio mi chiama la mia dolce metà: "guarda che per questa sera ho rimediato due inviti alla prima cena di Cocofungo. Andiamo?". "Certo che sì", rispondo io. L'appuntamento è per le 20,00 da Celeste, notissimo ristorante della marca. Ovviamente io la mia dolce metà finiamo di lavorare trafelati verso le 20,45 e ci presentiamo al locale alle 21,30. Un'ora e mezza di ritardo: niente male, si può fare di meglio.
Lungo la strada ragioniamo sul tipo di cena e di serata a cui andiamo incontro. Scontato il menù d'alta gastronomia, riamane la curiosità sugli ospiti. Pensiamo alla solita cinquantina di persone, tra cui molti colleghi (si sa, quando c'è da mangiare e bere gratis i giornalisti accorrono a frotte...), il solito assessore provinciale, il solito sindaco e via di questo passo. E invece: 950 invitati tra cui Prefetto, imprenditori di grido, presidente della Camera di Commercio, tutti i vertici di carabinieri, questura, esercito e aviazione, un vip della canzone come Red Canzian dei Pooh, sfoggio di abiti da sera d'alta sartoria (alcuni improbabili, adatti a delle ventenni ma indossati da carampane da non dire...). Insomma: una vera serata di gala. "Forse dovevo informarmi meglio", fa la mia dolce metà. Forse.
Ci sediamo ad un tavolo dove, ovviamente, non conosciamo nessuno. Va bene così, siamo gli ultimi arrivati ma alla fine ci siamo persi solo qualche antipasto. Per la sala girano degli operatori Tv, ne riconosciamo uno che si ferma a salutarci: "Quando c'è da mangiare i giornalisti si trovano sempre, eh?", esordisce con la più scontata delle battute. "E tu non mangi niente?". "No, devo riprendere. Poi c'è Capello che non la finisce più di parlare....". Attimo di silenzio. "Chi?", faccio io. "Capello, Capello, non fa altro che parlare di calcio....". "Ma Capello dove?", faccio ancora io che stento a capire. "Come dove? Eccolo là" e mi indica un tavolo in fondo alla sala. E in effetti è proprio lui, Fabio Capello, occhialetti e mascella sporgente compresi. Rimango di sasso. Vorrei mandare un Sms ad uno juventino sfegatato che schiatterebbe dall'invidia (forse) e ad un milanista che con ogni probabilità mi manderebbe a quel paese (sicuramente). Ma non posso perchè mi ricordo di avere il telefonino scarico, ovviamente. Rimango come ipnotizzato. Capello e lì e io cosa faccio? "Vai a farti fare un autografo", fa lei. "Non ci penso nemmeno", rispondo io. E in effetti non ci vado: se dovessi strappargli un'intervista mi butterei, andare a mendicare un autografo mi inibisce. Sono fatto così. Ma sono anche l'unico a farsi simili problemi. Per tutta la cena la fila di chi gli chiede dediche o foto è lunghissima. Io osservo ma non mi muovo. Capello, con signora, se ne va a metà serata. E' stato gentilissimo con tutti, un vero signore. Perfino i milanisti hanno dovuto applaudirlo....

martedì, ottobre 04, 2005

SE N'E' ANDATO IL PROFESSORE

E' morto Franco Scoglio, grande uomo di sport e di calcio. Non voglio essere ipocrita: non mi è mai piaciuto, non ho mai apprezzato quel suo atteggiamento da messia del calcio. Però gli ho sempre riconosciuto l'onesta intellettuale e la coerenza tipica dell'uomo che dice sempre quello che pensa. Ultimamente era molto spesso in televisione come opinionista e, scherzo del destino, è morto praticamente davanti le telecamere di una Tv genovese, in diretta. Aveva 64 anni.

GENOVA - L'allenatore Franco Scoglio è morto stasera per un malore che lo ha colto negli studi dell'emittente televisiva privata Primo Canale, dov'era ospite della trasmissione Gradinata nord. Scoglio si è sentito male dopo un vivace confronto telefonico con il presidente del Genoa, Enrico Preziosi. La trasmissione è stata sospesa e sono stati subito fatti intervenire i soccorritori del 118. Ma tutti i tentativi di rianimazione sono stati inutili.

lunedì, ottobre 03, 2005

INTERTRISTI...

Bella soddisfazione questa sera: 2-0, Trezegol e Nevded, e a casa tutti i nerazzurri che in questi giorni avevano alzato un po' troppo la cresta. Povero Moratti, fa lo sbruffone una volta e se la prende subito sui denti. Così il patron interista prima della partita di Torino con la Juventus: "Vincere a Torino sarebbe la normalità". Però, un nobile, uno sportivone...
Non è da meno il suo amato allenatore, Roberto Mancini che poche ore prima della partita se n'è uscito con un'altra delle sue frasi storiche: “In assoluto non credo che ci sia al mondo una squadra nettamente superiore all’Inter”. Sicuro, sicuro, sicuro?
Cara Inter, continua così. Se non ci fossi bisognerebbe inventarti.

Ps: qualcuno si stupirà del fatto che non accenni minimamente a Materazzi: oggi voglio parlare di calcio, un'altra volta mi dedicherò alla macelleria e ai macellai.

domenica, ottobre 02, 2005

LE PALLE DEL MOUSE

Questa mi è arrivata via mail, vale la pena.

Com'è noto il mouse dei computer si chiama in francese "souris", in

spagnolo
"raton", in tedesco "maus" e solo noi, invece di chiamarlo "topo", lo
chiamiamo "mouse".
Gli americani della
IBM non lo sapevano e hanno tradotto un po' troppo letteralmente un loro
manuale di istruzioni distribuito in tutte le filiali del mondo, tra cui
quella italiana....
Il seguente è un memorandum, realmente
distribuito agli impiegati di tutte le filiali statunitensi IBM. Nelle
intenzioni di chi lo ha scritto è assolutamente serio, la traduzione è
stata
fatta dagli americani per gli impiegati della IBM Italia:

[...]
Le palle dei topi sono oggi disponibili come parti di ricambio. Se il
vostro
topo ha difficoltà a funzionare correttamente, o funziona a scatti, è
possibile che esso abbia bisogno di una palla di ricambio. A causa della
delicata natura della procedura di sostituzione delle palle, è sempre
consigliabile che essa sia eseguita da personale esperto. Prima di
procedere, determinare di che tipo di palle ha bisogno il vostro topo. Per
fare ciò basta esaminare la sua parte inferiore. Le palle dei topi
americani
sono normalmente più grandi e più dure di quelle dei topi d'oltreoceano. (e
te pareva! NDR). La procedura di rimozione di una palla varia a seconda
della marca del topo. La protezione delle palle dei Topi d'oltreoceano può
essere semplicemente fatta saltare via con un fermacarte, mentre sulla
protezione delle palle dei topi americani deve essere prima esercitata una
torsione in senso orario o antiorario. Normalmente le Palle dei topi non si
caricano di elettricità static a ma è bene comunque
trattarle con cautela, così da evitare scariche impreviste. Una volta
effettuata la sostituzione, il topo può essere utilizzato immediatamente
(ed
ecco la vera perla del memorandum...) Si raccomanda al personale esperto di
portare costantemente con sé un paio di palle di riserva, così da garantire
sempre la massima soddisfazione dei clienti. Nel caso in cui le palle di
ricambio scarseggino, è possibile inviare richiesta alla distribuzione
centrale utilizzando i seguenti
codici:
PIN 33F8462 - Palle per topi americani
PIN 33F8461 - Palle per topi stranieri

PER SEMPRE PILLON

Prima notizia: segnatevi la data di sabato 1 0tt0bre 2005, il Treviso ha conquistato il primo punto in seria A al termine di un'orribile partita con il Chievo. Esemplare il commento di un esasperato radiocronista dei RadioUno: "Il secondo tempo, se possibile, è ancora più brutto del primo".
Ma la cosa più divertente è leggere le quattro righe dedicate da Repubblica.it alla partita, da cui si deduce che Bepi Pillon è ancora allenatore del Treviso (magari fosse così, direbbero in coro tutti i tifosi trevigiani...)


CHIEVO-TREVISO 0-0
A Verona va in scena un Chievo molto diverso da quello che ha battuto la Samp a Marassi. Obinna e Amauri sono pallide controfigure dei giocatori che hanno fatto impazzire la difesa di Novellino. Così, a poco a poco, i ragazzi di Pillon, messi in campo per difendersi con ordine, prendono coraggio e non rischiano quasi nulla. Per loro c'è il primo punto in serie A.

sabato, ottobre 01, 2005

IL CONSIGLIERE ZAIA

Il consiglio comunale di Treviso è particolare: è tra i pochi ad avere tra i suoi consiglieri un vice presidente di regione in carica. Luca Zaia infatti, quando è andato a Venezia, non ha avuto il buon gusto di dimettersi. Sì, il buon gusto. Non si capisce infatti cosa ci stia a fare a Palazzo dei Trecento. Ai consigli comunali partecipa qualche volta e quando lo fa non si ferma mai più di una mezz'ora. Emblematico l'ultimo caso. Arriva a seduta già iniziata, prende posto accanto a Roberto Loschi in prima fila, ascolta distrattamente gli interventi dei vari colleghi. Poi chiede la parola e parla dell'argomento del momento, la questione casa del prefetto (che, a dire il vero, non riguarda per nulla il comune ma solo la Provincia. Evidentemente è l'unico argomento che conosce o, meglio, quello che in questo momento gli dà più visibilità). Un intervento, a mio parere, fastidioso. Non tanto per i contenuti, ma per la forma. Zaia ha parlato con il tono del presidente della provincia in carica, di quello che a Treviso può ancora decidere, fare il brutto e cattivo tempo. Ma non si era dimesso dalla carica di presidente? A che titolo parla? E, soprattutto, perchè parla di un questione che non tocca minimamente la Regione? (sì lo so, stupidi noi che lo andiamo a cercare ogni volta, anche se sono più le volte in cui è lui a cercare noi....).
E questo solo per il consiglio comunale (da notare: in due anni di consigliere ha partecipato ad un paio di votazioni e basta). Ma cosa fa il consigliere comunale oltre che riunirsi una volta al mese? Semplice, segue le commissioni. Quante commissioni segue Zaia? Zero. Ma la cosa più assurda è un'altra: non risiede nemmeno a Treviso!
Insomma, caro vice presidente Zaia, perchè non lascia almeno una "carega"? Ci farebbe una figura migliore, decisamente migliore...

SAGA BIANCOCELESTE

Riassumiamo un po' la situazione Treviso calcio? Premetto che vado a memoria, a braccio, qualche imprecisione può scappare.

Giugno: il Treviso perde le ultime partite, play off compresi, però arriva quinto in serie B, miglior risultato mai raggiunto dalla squadra.

Luglio: si comincia a sperare in una clamorosa promozione in in serie A. Genoa, Torino e Perugia, tutte davanti a biancocelesti, per un motivo o per l'altro rischiano o l'esclusione dal massimo campionato o di non essere pronte per eventuali ripescaggio (Perugia). Treviso e Ascoli invece stanno benissimo e si candidano per i due posti lasciati liberi. In città comincia a circolare una domanda: "se si va in A, dove si giocherà?". Il vice sindaco Giancarlo Gentilini dice "al Tenni" e promette di ampliarlo appena si avrà la matematica certezza della promozione. Si fanno anche altre ipotesi: Trieste o Padova, ma solo per disputare le prime giornate.

Agosto: Serie A sempre più vicina, prima di ferragosto arriva l'ufficialità. Arriva anche una mazzata: non si può giocare al Tenni, troppo piccolo e poco sicuro. Il sindaco Gobbo e Gentilini in coro: "Pensiamo ad un nuovo stadio in periferia".

Passa qualche giorno: Gobbo tace e Gentilini fa le capriole: "Nuovo stadio? Mai! Costa troppo". Un dietrofront completo.

Sbuca un'altra ipotesi, giocare a Monigo nel tempio del rugby. E' meno capiente del Tenni, ma può essere ampliato più facilmente. Gentilini: "Giocare a Monigo? Non se ne parla nemmeno".

La società annuncia: "Andiamo a Padova". I dirigenti dicono ai tifosi più dubbiosi: "Niente paura, non è lontano. Un milanese che abita in periferia ci mette due ore ad arrivare a San Siro. Per andare da Treviso a Padova ci vuole meno". Sembrano quasi convincenti e fanno il record di abbonamenti (per la media di Treviso, non certo per la serie A).

I politici insistono: "Bisogna stare al Tenni". Inizia un sottile lavoro di mediazione tra Roma e Milano per strappare la deroga necessaria. Gentilini annuncia: "Posso ampliare il Tenni al massimo a 12.500 posti". La Lega Calcio per concedere la deroga ne chiede almeno 15mila e per tre volte respinge le richieste che arrivano dalla Marca. Non tramonta l'ipotesi nuovo stadio in periferia, ma Gentilini non vuole spendere soldi pubblici: "Che si facciano avanti gli imprenditori".

Inizia il campionato: altro che San Siro. Per una partita casalinga il trevigiano medio deve mettere in conto di stare lontano da casa almeno cinque ore. Chi va allo stadio per lavoro non se la cava con meno di otto ore. Autostrada, code, traffico, rapine. Si, rapine. Quelle perpretate ai danni dei tifosi che per parcheggiare devono pagare 4 euro. E non si sgarra.

Settembre. Il cammino del Treviso in serie A è entusiasmante: becca 3 gol a Milano con l'Inter (ma non importa per i trevigiani andare a San Siro è una festa e poi siamo ancora in agosto...), 1 in casa con Livorno, 3 a Roma con la Lazio, 2 in casa con la Sampdoria, altri 2 in casa dal Milan. In tutto 11 gol subiti e 1 fatto, a Roma contro la Lazio con un calcio di punizione di Pinga aiutato da un Peruzzi distratto. Cinque giornate (tre partite casalinghe), zero punti. Capitan Gallo: "Giocare in questo stadio (l'Euganeo ndr) per noi giocatori è devastante". Anche per noi non giocatori...

Continua, sotterranea, l'azione politica. A Roma spunta un emendamento al decreto Pisanu che potrebbe riportare il Treviso al Tenni. Ottimismo. L'imprenditore Mosole offre al Comune un terreno su cui costruire un nuovo stadio, il segnale che voleva Gentilini. Che però gela tutti: "Non mi risulta che Mosole abbia terreni all'interno del comune di Treviso. Lo stadio deve rimanere in città". Altra piroetta del sindaco (vice)-Sceriffo.

L'emendamento procede bene, ma la società scombina le carte in tavola. Il vice presidente Giangiuseppe Lucchese convoca una conferenza stampa e annuncia: "A Padova siamo penalizzati, vogliamo tornare a Treviso. Potremmo giocare a Monigo". I cugini del rugby accolgono la proposta con sonore pernacchie: "Monigo è casa nostra" e chiudono ogni discorso. Gentilini e i politici trasecolano, l'idea della società suscita irritazione: "Ma come? Stiamo lavorando per tornare al Tenni e questi remano contro?". Quando si dice fare sistema...
Alla prossima puntata.