lunedì, febbraio 27, 2006

TREVISO, UN INTRUSO IN SERIE A

Sì certo: i rigori contro inventati, i gol subiti da giocatori in evidente fuorigioco, i rigori nettissimi non dati, i gol annullati senza motivo. Tutto giusto, il Treviso ha il diritto di lamentarsi. Ma tanto strepitare non porta a nulla. La realtà pura e semplice è che il Treviso non se lo fila nessuno. Cosa hanno portato le lamentele, le proteste in diretta tv del presidente Setten? Niente. A Empoli, ancora una volta, i trevigiani si sono visti fischiare contro un rigore molto dubbio. Tutto come prima. Ma il fatto che il Treviso non se lo fili nessuno lo si capisce anche da questa piccola cronaca di Empoli-Treviso pubbicalta da Repubblica.it (ho fatto un semplice copia-incolla).

EMPOLI - TREVISO 1-1
Il Treviso passa a inizio ripresa con Filippini che si infila in area, si mangia tre uomini e batte Sereni in diagonale. Cagni rivoluziona la squadra e tenta il tridente. Al 32' la svolta, Pozzi viene tirato giù in area da Baseggio: rigore per l'Empoli e rosso per il difensore. Batte Almiron, gol ma l'arbitro fa ripetere per il solito affollamento in area. Si ribatte e Sereni, come domenica scorsa, para. In pieno recupero Riganò raccoglie in mischia e pareggia.

Notiamo la sfilza di errori:

1) Il gol del Treviso: "Filippini si beve tre uomini e batte Sereni in diagonale". Sereni è il portiere del Treviso, non dell'Empoli.

2) Il rigore dell'Empoli: "Pozzi viene tirato giù in area da Baseggio: rigore per l'Empoli e rosso per il difensore". Baseggio non è un difensore, gioca nello stesso ruolo di Pirlo e sfido chiunque a definire il rossonero una colonna della difesa.

3) Il rigore dell'Empoli parato da Sereni: "...Sereni, come domenica scorsa, para". Sereni domenica scorsa, contro il Parma, non ha parato un bel niente.

Mi viene il sospetto che in molti non sappiano nemmeno che il Treviso sia in A.
Ma allora, a chi volete che importi se è tartassato dagli arbitri?

mercoledì, febbraio 22, 2006

LA RUOTA SCOMPARSA

Salgo in macchina, metto in moto, innesto la retro: niente. Il motore va, ma l'auto non si muove. Leggera imprecazione tra me e me. Tolgo la retro, metto la prima: niente. Tutto fermo. Non si va avanti di un centimetro. "Bene, la frizione è andata", penso. Scendo, do una veloce occhiata dalla parte del posto di guida: niente di strano. Risalgo e provo di nuovo: il motore si avvia al primo colpo ma si rimane sul posto. Sconsolato scendo di nuovo, chiudo a chiave e vado dal meccanico vicino ormai abituato a vedermi. Spiego quello che è successo e mi dice: "Si è incollata la frizione, capita spesso". Annuisco facendo finta di capire. Frizione incollata? Boh.
Il meccanico viene con me per capire quello che si può fare, andiamo con la sua auto. Lui scende per primo, si blocca davanti alla mia piccola Clio e sbotta con una mezza risata: "Ceo! Ma i te gà ciavà a roda!". Trasecolo: "Come rubato la ruota?", solita domanda scema che tende a negare l'evidenza. Eppure è proprio così. Dal lato del passeggero la macchina posa su un bel ceppo di legno messo in posizione strategica, sollevata da terra e senza la ruota anteriore destra. Altro che frizione. Il meccanico ride ma monta la ruota di scorta, io sono nero e mi piacerebbe avere per le mani l'Arsenio Lupin della ruota.
Intanto abbiamo aggiunto un'altra perla alla collezione.....

domenica, febbraio 19, 2006

MILANOCENTRICI

"Basta, così non si può", titolava la Gazzetta a piena pagina la settimana scorsa dopo il gol segnato in fuorigioco da Del Piero contro l'Udinese. Gol-vittoria su cui la Gazza si gettò dando vita in una vergognosa campagna contro gli arbitri accusati di favorire la Juve. Una campagna gratuita, montata su un caso come ne capitano a decine ogni domenica e su ogni campo. E per di più scatenata nel bel mezzo di un un campionato dominato dai bianconeri, a cui fino a quel momento non era mai stato assegnato un rigore a favore, e alla vigilia del match scudetto contro l'Inter (guarda un po' che caso...).
Dopo il rigore regalato sabato sera al Milan nella partita contro il Cagliari mi sarei aspettato alltrettanta foga. Ma, ovviamente, così non è stato. Da giornale allineato e coperto sulle posizioni delle squadre milanesi, la Rosea si è limitata a definire il rigore "generoso", minimizzando il più possibile. Ha glissato sull'argomento senza dedicargli nemmeno un titolo importante, fatta eccezione per tre colonnine semi-nascoste che riprendono le dichiarazioni di un giustamente arrabbiato Sonetti, allenatore del Cagliari.
Non mi metto a sindacare sulle decisioni prese sul campo: in partita ci sta tutto. Ci sta anche che gli arbitri sbaglino e che i tifosi si arrabbino. Tutto giusto. Quello che non mi va giù sono i diversi metri utilizzati da giornali sportivi (dalla Gazzetta soprattutto) per giudicare le varie squadre. Quando riguardano la Juve, le decisioni dubbie degli arbitri sono per forza frutto di complotti e sudditanze. Quando riguardano le milanesi sono semplicemente sbagliate, perchè sbagliare è umano.
Ha ragione un mio collega quando dice che la Gazzetta dello Sport ai tempi di Cannavò era il miglior giornale sportivo italiano, mentre adesso è il miglior giornale sportivo milanese.

sabato, febbraio 18, 2006

COLPE E VIGNETTE

E' proprio vero che ogni paese ha gli amministratori che si merita? Noi cosa abbiamo fatto per meritarci questo? Certo, qualcuno lo ha votato, però lo dobbiamo sopportare tutti. Purtroppo.

MITI E VIRUS

Apple: la fine di un mito? Spero proprio di no...

venerdì, febbraio 17, 2006

ASILO NEROAZZURRO

Dovete riconoscermelo: sono stato bravo e tranquillo per giorni e giorni. Di Inter non ho mai parlato, ho fatto finta di niente. Però adesso non è più possibile stare zitti, nascondere sorrisi e sghignazzi. Seguita la vicenda Figo-Moggi? La storia che Moggi, prima di Inter-Juve, sarebbe andato negli spogliatoi dell'arbitro per ordire chissà quali trame... Figo è stato denunciato dalla Juve agli organi federali, giustamente dico io perchè non è serio lasciare impunite simile affermazioni buttate là senza lo straccio di una prova. E infatti Figo, chiamato a dimostrare con i fatti le sue accuse, ha fatto marcia indietro. In modo vergognoso, oserei dire. "Sono stato interpretato male", ha detto.
L'Inter, che si è schierata a sostegno del suo "campione", ha fatto la solita misera figura di squadra isterica e immatura: una sorta di asilo a colori neroazzurri dove tutti piangono, si lamentano oltre ad essere sempre pronti a a scaricare sugli altri le proprie responsabilità. Lampante quanto accaduto dopo la sconfitta contro la Juve: Facchetti che si lamenta, Figo che sparge veleno, Moratti che fa la solita parte della vittima, Mancini che accusa Nevded di essere un "tuffatore", di aver simulato il fallo da cui è nata la punizione vincente di Del Piero, salvo poi venire smentito e spernacchiato da tutti, tifosi interisti compresi.
"La differenza tra Capello e Mancini? Capello sarebbe saltato al collo del suo difensore per il fallo commesso su Nevded, altro che dargli alibi. Così non si cresce", è stato il giudizio espresso da una trasmissione non certo pro juve come Controcampo.
Il tuo problema, cara Inter, è proprio questo: cresci.

mercoledì, febbraio 15, 2006

TANTI AUGURI!

Me ne sono accorto solo oggi: "Tra un'isola e l'altra" compie un anno. Il primo post è del 2 febbraio 2005: sì, lo so, sono un po' in ritardo. Ad ogni modo si faccia festa lo stesso e grazie a chi, di tanto in tanto, passa di qui.

martedì, febbraio 14, 2006

BIANCONERI CONTRO IL "ROSSO"

Ragazzi va in scena un magnifico match: Juventus vs Biscardi. E io mi allineo più che volentieri, del resto il "Processo" non lo vedevo nemmeno prima. Basta con questi organi d'informazione (Gazzetta) o trasmissioni sportive "milanocentriche", non se ne può proprio più.

GLI ALIBI DEL RUGBY

Metto le mani avanti: so perfettamente che con questo post vado a stuzzicare il can che dorme, a provocare due amici e colleghi "malati" di rugby. Ma fiducioso nella loro voglia di discutere più che di litigare, lo scrivo lo stesso. Nel Sei Nazioni appena iniziato l'Italia ha esordito con due sconfitte: una in Irlanda e una a Roma contro l'Inghilterra. Fin qui niente di strano, perdere contro due simili colossi ci sta sempre. In entrambe le occasioni sono state sconfitte onorevoli, arrivate al termine di partite combattute, giocate bene dagli azzurri che hanno messo paura a dei mostri sacri della palla ovale. Sui giornali si sono sprecati complimenti per tutti.
Però mi chiedo: quando bene fa all'ambiente del rugby lodare così tanto una sconfitta? Non si rischia di creare pericolosi alibi? In Italia, da sempre, è così: con certe squadre si parte per perdere con onore, non per vincere. Ma siamo sicuri che qualche vittoria con "disonore" contro simili colossi non farebbe bene al movimento? Meno lodi e più punti: è forse sbagliato?
Forse un ragionamento così non si addice ad un mondo carico di valori come quello del rugby, ma alla fine non è sempre vero che l'importante è partecipare.

domenica, febbraio 12, 2006

CAMBIAMENTI

Tornato. A casa dopo una decina di giorni passati in giro, da un posto all'altro, da un aereo all'altro. Oltre alla vacanza (Londra è veramente stupenda) ci sono state altre cose tra cui un imprevisto viaggio di lavoro e una ormai probabile svolta professionale. Nei prossimi giorni ne saprete di più (per C.B: abbi pazienza e conoscerai anche i dettagli...).

venerdì, febbraio 03, 2006

PAUSA


Sì, insomma nei prossimi giorni questo blog rimarrà fermo per i motivi sopra elencati. A presto.

giovedì, febbraio 02, 2006

UN MOTIVO IN PIU'

Notizia pubblicata da Repubblica.it qualche giorno fa e ripresa da vari blog (non li cito tutti, ma considerateli tutti citati).

La Lista Rauti-Movimento idea sociale (Mis) ha scelto l'impegno elettorale con la Cdl e intende presentare suoi candidati direttamente nelle liste di FI.
"L'accordo politico, dopo l'ultimo incontro con Berlusconi, c'e' - assicura all'Agi Pino Rauti -, ma ora chiedo al premier un nuovo appuntamento, perche' l'intesa si sta bloccando sulla collocazione dei nostri in lista". L'anziano leader della destra parla di "serie difficolta': quando si arriva al concreto - spiega - sorgono gli intoppi.
Il posto in lista e' decisivo per l'elezione e noi chiediamo sette posti sicuri tra Camera e Senato". Rauti esclude la possibilita' di un'intesa con Alessandra Mussolini: "Per motivi tecnici - dice - perche' se cambiasse il simbolo dovrebbe raccogliere le firme e perche' a chiedere posti ci sono gia' altri due partiti".
Con Rauti, che si presenterebbe nel Lazio, i candidati del Mis in FI sarebbero il senatore uscente Luigi Caruso in Sicilia, i vicesegretari del movimento Lorena Colombo in Lombardia, Bruno in Campania e Dionisio in Abruzzo, il coordinatore nazionale Taranto in Veneto e l'imprenditore Alberico Varoli in Toscana.

Un motivo in più per non votare Fi, nemmeno se fosse l'unica lista disponibile.

mercoledì, febbraio 01, 2006

LA DEMOCRAZIA DEL TELECOMANDO

Succede questo: mi appisolo sul divano con la televisione accesa. Mi sveglio all'improvviso e mi ritrovo davati Berlusconi ospite (tanto per cambiare...) di Porta a Porta. Dice: "Mi accusano di andare troppo in video, ma rispetto ai mie pari ruolo della sinistra sono in credito di almeno una trentina di puntate di Porta a Porta. Eppoi non è vero che quando arrivo io la gente si stufa: faccio sempre grandi ascolti. In fin dei conti tutti hanno una scelta, il telecomando. Strumento meraviglioso, se non vogliono vedermi premono un bottone e vanno da un'altra parte o spengono....".
Lo ammetto: per una volta ho dato retta a Berlusconi. Ho spento la tv.