martedì, giugno 13, 2006

COSA PENSARE?

Cosa pensare leggendo le dichiarazioni qui sotto? Qualunque cosa, ma lo schifo rimane. Però le nuove facce della Juventus mi piacciono molto e ho fiducia nel loro progetto, anche se si dovesse ripartire dalla B. (Da Gazzetta.it).

Se si vincono i mondiali, per Moggi e compagni amnistia più vicina. A poche ore dall'esordio azzurro scoppia la polemica nel Palazzo. È il presidente dello Juventus Club Montecitorio, l'avvocato e deputato di Forza Italia Maurizio Paniz, a dare fuoco alle polveri: "Se vincessimo i Mondiali, bisognerà valutare se sarà opportuna o meno un'amnistia nel mondo del calcio". Anche il capogruppo di Alleanza nazionale alla Camera Ignazio La Russa, sempre attento alle vicende del calcio nostrano, non esclude che se ne possa parlare: "Aspettiamo di vincere e poi ne parliamo. Certamente le amnistie sono provvedimenti eccezionali che si concedono solo dopo il verificarsi di fatti altrettanto straordinari. E la vittoria di un campionato del mondo è uno di questi. Ora però - aggiunge prudente - non ci pensiamo, quanto meno per ragioni di scaramanzia...".

martedì, giugno 06, 2006

EUROCINDIA

Il bel libro di Federico Rampini, "Cindia", sottolinea la crescita di due colossi come Cina e India. Anzi, parlare di crescita è riduttivo: il Dragone e l'Elefante sono già belli grandi, due colonne dell'economia mondiale che si sono lasciate alle spalle la vecchia Europa e adesso minacciano da vicino gli Usa. Tanti i motivi elencati, ma ne sottolineo uno in particolare. In India la ricerca tecnologica è avanzatissima. Nelle materie scientifiche gli indiani sono insuperabili e la qualità dello loro università e talmente alta da fare concorrenza a mostri sacri come il Mit di Boston e la mitica Harvard. In più, con una popolazione di un miliardo di persone, possono fare una selezione che altri si sognano. Insomma lì i migliori sono veramente migliori, dei geni. Ma quanto guadagna un ricercatore indiano, uno super specializzato con tanto di master a vari livelli? Mille dollari al mese tutto compreso. Per questo le aziende informatiche di tutto il mondo hanno "delocalizzato" i loro cervelli in India, perchè, ad esempio, in Europa professionisti dello stesso livello guadagnano 5000 dollari al mese. Ecco, il punto è questo. Rampini sottolinea questo dato come un fatto negativo, ma per noi europei. Nel senso: loro sono più bravi e preparati ma guadagnano di meno, mentre noi i soliti esosi... Un ragionamento secondo me sbagliato: il salario giusto è quello europeo, quello praticato in India è sfruttamento bello e buono. La ritengo un'anomalia da correggere, non da lodare.
La discussione (se volete) è aperta.

lunedì, giugno 05, 2006

LA GAZZETTA SUPER-SPORT

Dalla Gazzetta.it di oggi, in un articolo in cui si parla di Giampaolo Montali, attuale ct della nazionale di volley, come futuro dirigente della Juventus:"...Montali, 46 anni, di Parma, ma tifoso della Fiorentina, ha ora pochi giorni per dare una svolta alla propria carriera.Ha vinto il campionato a Parma, a Roma e ad Atene, ha allenato a Milano, ora guida la nazionale, con la quale ha vinto gli ultimi due Europei, l’ultima delle quali davanti a 12.000 persone a Roma".
Notato nulla di strano? Vorrei chiedere agli esperti di sport della Gazzetta (giornale che ormai mi rifiuto di comprare) dov'è finito lo scudetto vinto da Montali a Treviso, lo storico, primo tricolore conquistato proprio contro Milano (forse ricordare una sconfitta dello sport milanese fa male al giornale più milanocentrico d'Italia....)?
Seconda cosa: ma Montali in quale vita ha allenato a Milano?

TRENTASEI ANNI FA....

Trentasei anni fa, nell'ospedale San Camillo, venne esposto un enorme fiocco azzurro. Dopo un mese, finalmente, quel 5 giugno 1970 venne alla luce un maschietto. Prima di lui solo una sfilza di femminucce. Grande festa in reparto e grandi celebrazioni per la star del momento, messo nella culla più in vista e fasciato in una tutina verde che evidenziava ancora di più la sua carnagione scura e i capelli nerissimi. Trentasei anni dopo un grazie a tutti quelli che ogni giorno si ricordano di me.