martedì, luglio 11, 2006

MALEDETTO SKYPE

Bella invenzione Skype, proprio una bella invenzione. Soprattutto per chi lavora in un giornale come il mio, parcellizzato in dieci redazioni sparse tra Sardegna, Veneto, Lombardia e Toscana (e alte ne verranno). Un amico mio e di questo blog (Nietzsche) mi ha martellato per almeno un paio d'anni tentando, invano, di convincermi a installarlo. E io, niente. Poi, un giorno, non molto tempo fa, arriva una mia collega, decisamente più giovane e moderna di me, butta un occhio al computer e mi apostrofa: "Ma come? Non hai Skype? Ma come fai a lavorare? Fatti da parte, va....". Praticamente mi fa volare lontano dalla scrivania e installa questo malefico programma. Sì, malefico. Da quando ce l'ho ne sono diventato praticamente schiavo, soprattutto della chat.
Insomma c'è Max distaccato a Bruxelles che se non ha una mazza da fare comincia a chattare a più non posso, c'è la Fede (altra collega a metà tra quotidiani e uffici stampa) che mi ha pescato nel mare di Skype mettendomi tra i suoi contatti, c'è Manu che, pur avendo la scrivania ad non più di tre metri da me, mi cerca via Skype quando deve sbollire (e in una giornata capita spesso....), c'è Carlo che ogni tanto si fa sentire e c'è la nostra mitica "donna all'Avana", figura cara e preziosa che osserva benevola dalla Sardegna.
E oggi si sono aggiunti tutti gli altri: Marco da Firenze, la Frade da Venezia, Pat da Padova che non sopporta Gattuso e poi quello da Vicenza molto simpatico ma di cui non ricordo il nome. Per non parlare del direttore, altro appassionato di Skype che ogni tanto si palesa, in genere quando meno te lo aspetti. Ma dicevo di oggi (cioè di ieri): mega chat collettiva per sfogare l'adrelina di una serata passata a tifare Italia ma senza perdere d'occhio il giornale, un unico grande spazio virtuale dove tutte le redazioni sparse per l'Italia si sono scatenate.
Cosa? Il lavoro? Sì, c'è anche quello, tra una chat e l'altra....