domenica, febbraio 04, 2007

ULTRAS E PETARDI

Non volevo scrivere di questo, non volevo aggiungermi al coro di sdegno, più o meno finto, che in questi giorni sta risuonando dopo i fatti di Catania. Però faccio un eccezione per riportare l'intervista a due ultras, uno di Milano e uno di Napoli, prese pari, pari da Tgcom (che a sua volta cita la Gazzetta dello Sport come fonte. Così sono tutti contenti). Leggete.

"Il 'tifoso' della Curva Nord di Milano ammette che la polizia è il loro nemico: "Dovrebbero mandare gente che sa mediare - spiega - invece ho visto i ragazzi presi a manganellate perchè fumavano una canna. Ho l'impressione che a Catania la follia fosse prevista. Ricordo quando Dida fu colpito a S.Siro, era tutto deciso da tempo. I controlli? Le ragazze riescono a portare alcuni oggetti perchè subiscono meno verifiche. I petardi, invece, vengono tenuti allo stadio ben custoditi. Se c'è gente armata? Non tanti, hanno i coltelli". L'ultrà di Napoli va oltre: "Sono piuttosto contento che sia morto, mi dispiace che abbiano bloccato il campionato. Sto male senza calcio. I poliziotti? Loro ci tartassano e ci picchiano. Ci ritengono belve e ci trattano come animali, ma non lo siamo". E sui rischi derivanti dalle leggi in vigore? "Rischiamo poco - ammette - ho avuto molte diffide ma i problemi sono altri. I petardi? Si nascondono bene, anche nel culo...".

Capito? Ad un ultras che lancia un petardo allo stadio facendoti sobbalzare (sempre che non te lo becchi in fronte) non si può più nemmeno dire "quel petardo ficcatelo nel culo": lo ha già fatto....